Quei posti di sostegno da Tuttoscuola, 28.3.2011 Di posti di sostegno male distribuiti nelle scuole, oppure troppo “ballerini”, si è occupato non solo il Presidente della Repubblica con il caso dell’alunno autistico passato da un docente all’altro, ma anche la trasmissione televisiva “Che tempo fa” dell’altra settimana, in cui è stata ospite il ministro Gelmini, intervistata da Fabio Fazio. Il conduttore ha chiesto al ministro la ragione dei tagli di posti di docenti di sostegno, ma il ministro ha avuto buon gioco nel precisare che i posti non sono stati ridotti e che, anzi, sono stati aumentati di circa 3mila unità. Alle insistenze di Fazio che segnalava situazioni di mancata assegnazione dei sostegno, il ministro ha lamentato che in Italia vi è una distribuzione sperequata dei posti di sostegno. Quello che, però, il ministro Gelmini non ha precisato, è che la sperequazione nella distribuzione dei posti dipende non dal caso, bensì prevalentemente dalla stessa amministrazione scolastica. La legge prevede che sia rispettato, di massima, il rapporto di due alunni disabili per ogni docente di sostegno. A livello nazionale il rapporto è perfettamente rispettato, ma se si va a verificare come è il rapporto nei diversi territori regionali, si può constatare che tra le regioni del Sud soltanto l’Abruzzo è sopra tale rapporto, mentre le altre sono di gran lunga al di sotto della media con un rapporto cioè ampiamente favorevole. Basti dire che la Basilicata ha un rapporto di 1,62 alunni disabili per ogni docente di sostegno (il Lazio e la Lombardia hanno un rapporto rispettivamente di 2,36 e 2,31), e la Campania, con un rapporto di 1,75 alunni per docente, dispone di quasi 12 mila docenti di sostegno (11.956), mentre, con un rapporto di 2 a 1, avrebbe diritto a poco più di 10.400 posti (10.424): dispone così di un gentile cadeau di 1.532 posti (esattamente la quantità che manca al Lazio o alla Lombardia, se si rispettasse per queste il rapporto di uno a due). L’assegnazione di docenti di sostegno la fa l’amministrazione scolastica. Ma il ministro questo lo sa? |