Il punto di vista dei chimici
sull’assegnazione dell’insegnamento
della chimica alle classi di concorso (licei e altro)

inviato da Roberto Zanrè, 22.3.2011

AVVERTENZA A TUTTI I LETTORI

La lettera che segue è una risposta ad una precedente lettera pubblicata su questo sito, e scritta da alcuni colleghi A060, con il cui contenuto e tono non ci siamo trovati d’accordo. Questi i motivi della nostra replica. Tuttavia non desideriamo alimentare in modo ingiustificato una “guerra tra poveri”. Comprendiamo in modo completo gli stati d’animo dei suddetti colleghi, proprio perché coincidono con i nostri. I docenti A013 risultano a tutti gli effetti appartenere alle classi di concorso maggiormente penalizzate da quella che viene definita in modo imp

roprio “riforma della scuola secondaria superiore”. E’ vero, tuttavia, che la situazione non è molto diversa per i colleghi di altre classi di concorso, tra cui quelli della A060. Siamo, in questo senso, solidali con loro, ma ci sia permesso ugualmente di sostenere il nostro punto di vista, così riassumibile: non capiamo e non capiremo mai le scelte del Ministero della Pubblica Istruzione, soprattutto quando IMPEDISCE a docenti altamente qualificati (laureati) in chimica di insegnare la chimica nei licei, in principale modo perché riteniamo che questo sia di grave danno per la qualità dell’insegnamento, a maggior ragione nei licei per l’appunto.

Anziché cercare di utilizzare in modo improprio “il sindacato”, come ci pare di aver colto nella lettera di alcuni colleghi A060 (se non corrisponde al vero ci sia permesso di scusarci per l’interpretazione sbagliata), siamo disponibili a creare qualunque tipo di coordinamento inter-classe di concorso che superi le visioni di parte e che punti invece a valorizzare l’insegnamento scientifico nella scuola italiana, sempre così penalizzato. Per un nuovo “risorgimento” della nostra scuola pubblica…

Ulteriore avvertenza

nel prosieguo i lettori troveranno la seguente nostra frase:

Gli insegnanti della attuale classe di concorso A060 sono per la maggior parte laureati in scienze biologiche, scienze naturali e scienze geologiche e affollano certamente le graduatorie ad esaurimento. La loro preparazione universitaria, certamente profonda nel campo specifico del titolo di studio, prevede pochi esami di chimica, di matematica e di fisica.” 

Riceviamo da una collega della classe di concorso A060 quanto segue:

invito a scrivere correttamente i piani di studio specificandoli per singoli corsi di laurea e indirizzo di corso di laurea. Infatti  la frase è molto riduttiva e scoretta. …

E’ nostra opinione di aver affermato il giusto sostenendo che nella maggior parte dei casi i docenti laureati in scienze biologiche e naturali della classe di concorso A060 hanno al loro attivo un numero di esami di chimica molto più piccolo di quello dei docenti A013. Sono due, tre, quattro, cinque, sei? Oltre? Un chimico ne sostiene 20/23, e aggiungendo gli esami di matematica, fisica, ecc. raggiunge il numero di 30. A questo si aggiunge la tesi sperimentale della durata di 12 mesi, come viene argomentato più sotto. A noi appare una preparazione, nel campo della chimica, decisamente inferiore alla nostra, in particolare nel campo della competenza significativa della didattica di laboratorio chimico, come di seguito argomentato.

La nostra opinione rimane dunque invariata: perché il M.I.U.R. impedisce a noi di insegnare la chimica nei licei? E perché qualcuno appoggia questa tesi e ritiene sia corretta?

Noi siamo anche disponibili a credere che altri possano insegnare chimica nei licei, ma qualcuno ci spieghi perché, invece, altri sostengono che i chimici non possono e non devono insegnare chimica nei licei.

Ci scusiamo sinceramente, in ogni caso, se la replica che andrete a leggere ha urtato in qualche modo qualcuno e avvertiamo il lettore che potremmo esserci sbagliati nel sostenere che gli esami di chimica sostenuti dalla maggior parte dei docenti A060 (quelli laureati in scienze biologiche e naturali), sono “pochi”. In questo caso abbiamo l’obbligo di scusarci pubblicamente.

 

Visti i passati “colpi di mano” nell’assegnamento di alcuni insegnamenti di chimica alle nuove classi di concorso (esempio clamoroso e significativo quello del Liceo scientifico, opzioni scienze applicate, che raccoglie la precedente esperienza del Liceo Scientifico Tecnologico), e viste le passate, recenti e reiterate comunicazioni inviate a vari sindacati, siti web, ecc. da parte di molti colleghi della classe di concorso A060 (sperando non costituiscano il pensiero dominante), atte a rivendicare posizioni di insegnamento di varie discipline in varie tipologie di scuole, come indicato in: CLASSE DI CONCORSO A060 SCIENZE NATURALI CHIMICA GEOGRAFIA E MICROBIOLOGIA: RICHIESTA INSEGNAMENTI”,

http://www.gildavenezia.it/docs/Archivio/2011/mar2011/A060_lettera.htm, sia permesso anche a noi docenti chimici della classe di concorso A013 delle “provincie venete” (vedere in firma), di esprimere qualche opinione sull’argomento.

Quanto pubblicamente richiesto viene esplicitamente posto come si trattasse di rivendicazioni del diritto all’occupazione e di salvaguardia di diritti acquisiti. In linea di principio, non abbiamo nulla in contrario su posizioni di questo tipo, ma è bene sottolineare fin da subito, onde evitare equivoci, che a nostro avviso non si tratta di diritti all’occupazione, bensì di occupazione di qualcuno al prezzo della disoccupazione di altri, ignorando totalmente se questi ultimi siano molto più preparati nelle discipline in oggetto e forniscano quindi più garanzie di qualità e professionalità. Vorremmo provare a spiegare alcune delle motivazioni nel prosieguo.

Gli insegnanti della attuale classe di concorso A060 sono per la maggior parte laureati in scienze biologiche, scienze naturali e scienze geologiche e affollano certamente le graduatorie ad esaurimento. La loro preparazione universitaria, certamente profonda nel campo specifico del titolo di studio, prevede pochi esami di chimica, di matematica e di fisica. Un laureato in chimica o in CTF, oltre al fatto che ha alle spalle almeno 20 esami di chimica (tra i quali, oltre a quelli di carattere generale e specifico della “chimica” e della “chimica-fisica”, almeno due esami di chimica organica, biochimica, chimica biologica, chimica degli alimenti, chimica del suolo, dell’aria, dell’acqua, dell’ambiente in generale…), molti dei quali corredati da intense attività laboratoriali molto selettive, deve anche superare 4 esami di matematica e 3 esami di fisica. Per laurearsi, inoltre, deve svolgere almeno un anno (12 mesi) di attività di ricerca sperimentale, che può essere considerata senz’altro la parte più qualificante per un laureato in chimica. Non a caso, infatti, senza esagerazione, questo periodo di ricerca viene definito “internato sperimentale di tesi di laurea”, che si conclude quasi sempre con la pubblicazione dell’attività di ricerca in riviste scientifiche internazionali ed è oggetto di valutazione della commissione di laurea finale. Un’esperienza difficile e profonda, che pochi laureati in Italia possono vantare e che può davvero essere apprezzata solo facendola. Questo fatto fa dei docenti di chimica, assieme ai fisici, tra i pochi laureati in grado di entrare in un laboratorio, in termini di competenze e di sicurezza, e in grado di svolgere vera didattica di laboratorio scientifica e chimica, come ampiamente dimostrano anni di esperienza scolastica (per esempio nel Liceo Scientifico Tecnologico, soppresso nonostante fosse diventato famoso presso le famiglie per la qualità dei docenti). Cosa dimostra, invece, la polvere sopra i banconi dei laboratori di alcune scuole, dove di chimici non vi è traccia a causa dei pregressi storici?

 

Detto questo, noi docenti chimici chiediamo semplicemente quanto segue. Non chiediamo di insegnare discipline di cui altri hanno competenze maggiori delle nostre (esempio la biologia). Chiediamo che nella scuola non vengano perseguite logiche esclusivamente di tipo sindacale (se è possibile definire in questo modo atti che sottraggono cattedre ad alcuni docenti in favore di altri, meno competenti) e che, al contrario, vengano valorizzate finalmente nei giusti modi le competenze di cui ognuno è portatore, convinti che questo sia ciò di cui abbia veramente bisogno la nostra scuola pubblica, se davvero si desidera “salvarla” dalle offensive cui è sottoposta e se davvero si crede nella mission che dovrebbe conformare le attività di un moderno sistema scolastico pubblico. Questo, a maggior ragione, in un’ottica di vera “integrazione del sapere scientifico”, reale ed efficace, e non ridotto a parole vuote, utilizzate come grimaldello per arrivare ad occupare spazi occupazionali più grandi.

 

Ci sia infine permesso di rispondere, per punti, ad alcune questioni più specifiche, affrontate nella lettera scritta da alcuni colleghi A060 pubblicata in:

http://www.gildavenezia.it/docs/Archivio/2011/mar2011/A060_lettera.htm

 

punto elenco

Il fatto che i colleghi A060 possano insegnare “chimica” nei licei e ciò non sia permesso agli abilitati alla classe di concorso A013 è un privilegio fuori luogo, che non ha alcuna ragione d’essere oltre che, come già sottolineato, un grave danno alla qualità dell’insegnamento di questa disciplina nei licei. Le indicazioni nazionali per i licei affermano in modo esplicito, solo per fare un esempio, che le competenze laboratoriali chimiche sono parte integrante di “scienze naturali” nei licei. Chi ha in mente in modo elettivo la qualità dell’insegnamento (e la didattica laboratoriale non è fine a sé stessa, bensì è uno strumento profondo per perseguire la conoscenza e, soprattutto, la competenza), condivide senza dubbio che tali competenze debbano far parte della formazione dello studente liceale, e dunque debbano essere innanzitutto possedute dal docente, il quale deve poter utilizzare queste competenze in modo pieno ed efficace, con padronanza ed in sicurezza e non, nella migliore delle ipotesi, in modo sterile, frammentato, insicuro o, nella peggiore ma più frequentata, non proponendole nemmeno. Forse sarebbe ora che genitori e studenti venissero a conoscenza di questa scomoda verità, perché è noto che sull’educazione liceale l’idea prevalente è che essa debba valorizzare in gran misura la componente epistemologica e la profondità del sapere (cioè le competenze). Cosa ne dite: lasciamo giudicare il pubblico sulla questione, mettendolo al corrente di come stanno le cose: chi più sa di chimica, non può e non deve insegnarla al liceo. Si consideri, infine, che la recente riforma ha aumentato le ore di insegnamento della classe A060 nel licei.

punto elenco

Si afferma: “Gli insegnamenti di chimica e di fisica (scienze integrate) dei professionali e dei tecnici, non sono stati attribuiti alla classe di concorso A060 ma alle classi A013 e A038”.

Risposta. Per quale strano motivo un docente A060, privo delle competenze che ha un laureato in fisica (A038) e un laureato in chimica (A013), dovrebbe insegnare “fisica e chimica”?

punto elenco

Si afferma: “Nel 2011-2012 quando la riforma sarà entrata a regime nel biennio di tutti i corsi dei professionali rimarranno solamente 2 ore per classe e gli insegnanti di scienze naturali A060 non avranno ore sufficienti per mantenere la titolarità nell’istituto”….

Risposta: Questo sarà il problema di molti docenti, anche di quelli laureati in chimica e fisica, le cui ore sono state decurtate molto più pesantemente. Forse si sta chiedendo un sacrificio suppletivo ai chimici per salvare la “titolarità” ai docenti A060?

punto elenco

Si afferma: “Questa situazione porterà ad una minore stabilità dell'organico (con conseguenze negative sia per i singoli docenti che per l'organizzazione didattica dell'istituto stesso) e probabilmente anche alla perdita di continuità didattica (con conseguenze negative per gli studenti)”….

Risposta. Finalmente si parla di qualcosa che riguarda gli studenti, anche se a nostro avviso solo in modo strumentale. La domanda è quella che sottende a tutto il nostro discorso. Far insegnare ai docenti A060 discipline delle quali non possiedono le competenze è davvero la risposta alla “continuità didattica”? Non è che sia un grande vantaggio per gli studenti “vedere sempre la stessa faccia impreparata”, e questo vale qualunque sia il docente, ovviamente. Ci risulta, al contrario, che in questi casi la speranza più pressante degli studenti sia che il docente cambi al più presto.

punto elenco

Si afferma: “Quando si andranno a formare le cattedre di Scienze (A060)… Chimica (A013) e Fisica (A038) si dovranno considerare tre classi di concorso distinte, e tenendo conto del limitato numero di ore per ciascuna disciplina, nessuna delle tre cattedre arriverà a 18 ore.

Attribuire più classi di concorso alla stessa disciplina permette di avere

- un organico più stabile (e più continuità didattica)

- la formazione di cattedre con 4/5 classi (e quindi seguire con più attenzione un numero inferiore di alunni)
- recuperare tutte le professionalità accertate, valorizzando competenze culturali utili al sistema”.

Risposta. Forse non ci è chiaro quanto è scritto, per cui cadiamo in un fraintendimento. Crediamo di cogliere una confusione tra disciplina e classi di concorso, e non capiamo perché si pensi di attribuire il tutto alla classe di propria appartenenza (la A060). Sarebbe interessante conoscere l’atteggiamento a parti invertite. Invitiamo infine a riflettere sull’ultima frase, quella sul recupero di tutte le “professionalità accertate” e la “valorizzazione di competenze culturali utili al sistema”.

punto elenco

Si afferma. “I docenti di scienze naturali A060 insegnano chimica da molti anni nel biennio dei tecnici e nei licei, molti diventeranno DOP e nello stesso tempo verranno chiamati altri docenti (supplenti o nuovi assunti) per l’insegnamento della chimica, con un dispendio di risorse economiche e di professionalità.

Risposta. A parte il fatto che i docenti A060 insegnano chimica solo in pochi indirizzi, il discorso è sempre quello. Si pretende di insegnare qualche anno chimica, senza alcuna considerazione sulle competenze, dopo di che ci si fa forti del pregresso per rivendicare il diritto di insegnarla ancora. Ci sembra un bel circolo vizioso, creato ad arte e che non tiene conto, come già affermato, dell’interesse per la qualità dell’insegnamento, cui gli studenti, le famiglie, la scuola e tutta la nazione hanno diritto e bisogno.

punto elenco

Si afferma: “Gli insegnanti di scienze A060 chiedono di

1) poter continuare ad insegnare FISICA (ex scienza della Materia) nel corso AMMINISTRAZIONE, FINANZA E MARKETING

2) e di avere la possibilità di insegnare CHIMICA nel biennio dei professionali “SERVIZI” e “INDUSTRIA E ARTIGIANATO” dove con la riforma sono state introdotte per la prima volta ore di chimica (66 ore nel secondo anno e in pochi corsi 66 ore sia nel primo che nel secondo anno). Il basso numero di ore di chimica non permette la formazione di una intera cattedra di chimica nel singolo istituto, pertanto verrebbero date a supplenti, mentre insegnanti titolari di scienze A060 diventeranno sicuramente perdenti posto.”

Risposta: come sopra. Sembra che i docenti di chimica (A013) non esistano, eppure i colleghi A060 dovrebbero averci incontrato nelle scuole, nei Consigli di classe, nei Collegi Docenti, in Aula docenti, ecc. Affermiamo comunque di esistere, di essere in molti, sia di ruolo che nelle Graduatorie ad Esaurimento, di essere molto più qualificati ad insegnare chimica e, soprattutto, chiediamo a nome di tutti gli studenti, che sono anche i nostri figli, una scuola basata sulle competenze dei docenti.

Ringraziamo infine chi cortesemente ci ha fornito questo spazio per esprimere il nostro punto di vista e chiediamo con determinazione e profonda convinzione a tutti gli uffici regionali e provinciali scolastici, a tutti i dirigenti scolastici, a tutti i sindacati, ognuno per quanto di propria competenza, di promuovere una selezione del personale docente indirizzata alla qualità dell’insegnamento e non a logiche del “più forte, più prepotente e più pretendente”.

Cordialità.

 

Gruppo di docenti chimici delle provincie di:

Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza, Pordenone, Bologna, Modena, Ferrara, Torino

 

Recapiti:

·         email: roberto.zanre@gmail.com