Scuola, quando l’occupazione
costa il 5 in condotta

I numeri ufficiali non sono stati diffusi ma è polemica sulle insufficienze date per le proteste contro la riforma Gelmini. In un liceo di Napoli sono stati “puniti” 170 studenti . E per i maturandi ora è a rischio l’ammissione all’esame

di Chiara Ribichini SKY.it, 11.3.2010

Lo scorso anno, alla fine del primo quadrimestre, sono stati 63.525 gli studenti delle scuole superiori che si sono ritrovati in pagella un 5 in condotta. A giugno sono diventati 10 mila. E quest’anno? Il Ministero dell’Istruzione ancora non ha diffuso i dati (e chissà quando lo farà). Certo è che un po’ di cifre sono già venute fuori e stanno facendo discutere. Una su tutte: le 170 insufficienze date ad altrettanti studenti del Liceo classico Garibaldi di Napoli “rei” di aver occupato la loro scuola per protestare contro la riforma Gelmini e di aver causato 40 mila danni al loro istituto. “Hanno interrotto l’attività didattica per 20 giorni: dal 27 novembre al 15 dicembre. Contestavano i tagli, ma in realtà i tagli se li sono creati con le loro mani saltando ore e ore di lezione. Per questo meritavano una punizione esemplare, che li facesse riflettere sulla gravità dell’azione compiuta” spiega la preside Laura Colantonio.

Per ora, l’unica riflessione fatta dagli studenti ruota però intorno alle possibili azioni legali da intraprendere contro una decisione che, a loro avviso, presenta alcuni vizi di forma. “Per dare un 5 in condotta è necessario che il ragazzo abbia già ricevuto una sanzione disciplinare. Nel nostro caso non è accaduto. O, meglio, ci hanno sospeso per 5 giorni con l’obbligo di frequenza, ma è stato un provvedimento contemporaneo e non precedente. Per questo riteniamo che quel voto non sia valido e abbiamo coinvolto i genitori per ricorrere agli organi di garanzia regionale” dice un rappresentante dell’istituto. La guida alla riforma pubblicata sul sito del Ministero recita al riguardo che il 5 in condotta può essere assegnato “purché prima sia stata inflitta allo studente una sanzione disciplinare (una sorta di cartellino giallo)”. La preside però assicura: “Non c’è stato nessun vizio forma”. E rassicura: “E’ un voto che non avrà conseguenze sull’esito dell’anno scolastico, abbiamo già detto agli studenti che non devono preoccuparsi”.

In realtà il voto in condotta, introdotto dalla riforma Gelmini, fa media e, se confermato nel secondo quadrimestre, comporta la non ammissione all’anno successivo. O, nel caso dei maturandi, l’esclusione dall’esame. E dei 170 studenti del Garibaldi sono in molti quelli dell’ultimo anno. “Sarà dura spiegare al commissario esterno che quel 5 in condotta è stato dato per farci riflettere” aggiunge il rappresentante di istituto. E denuncia: “Si tratta di una punizione di massa e assolutamente a casaccio. Abbiamo occupato la scuola in 500 (in tutto gli iscritti sono 700, ndr), hanno punito solo un terzo. In un primo momento si sono basati sulle foto che qualcuno di noi aveva ingenuamente postato su Facebook, ma poi hanno deciso di affidare la scelta dei capri espiatori ai professori”. Al contrario, la preside del liceo garantisce: “Li abbiamo visti personalmente giorno dopo giorno. Certo, noi eravamo fuori dalla scuola perché ci impedivano di entrare, ma sapevamo bene chi erano quelli in prima linea nella protesta”.

Una protesta che, oltre all’interruzione delle lezioni, è costata alla scuola 40 mila euro di danni. “20 mila euro per le macchinette degli snack che abbiamo rotto, cui si aggiungono altri 20 mila euro tra computer o vocabolari scomparsi” confessano. Motivo per cui una punizione un po’ se la aspettavano, ma non così “eclatante”. Nonostante tutto, però, la loro protesta contro la riforma Gelmini va avanti. “Parteciperemo anche alla mobilitazione della scuola del 12 marzo” promettono. Non tutti però. “Alcuni ragazzi hanno ancora la voglia di combattere, altri sono rimasti un po’ traumatizzati dal 5 in condotta” sottolinea l’Unione degli Studenti della Campania che, come sindacato, sta appoggiando e seguendo la questione del liceo Garibaldi che, sottolineano, non è l’unico caso. “Anche al Liceo Sbordone di Napoli o allo scientifico Torricelli di Somma Vesuviana sono state date insufficienze per le occupazioni”. E, uscendo dai confini regionali, di 5 in condotta di questo tipo se ne trovano anche in altre città. Come Roma o Palermo. A Bologna invece in una scuola è stato adottato un provvedimento più soft: il voto è stato solo abbassato.