Altro che generazione mille euro, di Francesca Barbieri Il Sole 24 Ore, 16.3.2011 Dimenticate la generazione mille euro. Oggi la busta paga di un giovane al primo impiego è ben più leggera: 823 euro netti al mese. Giusti giusti per pagarsi l'affitto di un monolocale nel centro di una grande città o per vivere in qualche metro in più in periferia. Con mamma e papà che continuano a fare da sponsor per far quadrare i conti a fine mese. Il centro studi Datagiovani ha passato ai raggi x 313mila under 30 al primo impiego (e che lavorano da non più di un anno) per tratteggiare il quadro degli stipendi medi delle new entry sul mercato del lavoro.
E l'immagine che ne
emerge è una cartina dell'Italia con evidenti differenze sul
territorio: al Nord il guadagno è di 876 euro, il 6% in più rispetto
alla media, mentre nel Mezzogiorno lo stipendio non arriva a 750
euro. Il gender pay gap, poi, è ben evidente sin dall'inizio della
carriera: «Mentre i maschi neoassunti sfiorano 900 euro mensili -
spiega Michele Pasqualotto, ricercatore di Datagiovani - le ragazze
si fermano a 750, con un gap del 20 per cento».
Nell'industria si
registrano gli stipendi d'ingresso più alti: 937 euro al mese, il
14% oltre la media. Anche chi lavora nelle costruzioni e nelle
attività dei servizi riesce a strappare qualcosa in più rispetto
alla media (circa 30 euro). I più penalizzati sono, invece, i
giovani che iniziano a lavorare nel commercio, con uno stipendio di
650 euro, il 20% in meno.
Il titolo di studio
"tecnico" è una carta decisiva per strappare stipendi migliori. Se
un giovane neoassunto che si è fermato alle scuole dell'obbligo deve
accontentarsi inizialmente di poco più di 700 euro al mese, un
diplomato sfiora gli 800 euro, e se ha ultimato un percorso di studi
in un istituto tecnico percepisce da subito 861 euro. «È evidente -
precisa Pasqualotto - la crisi dei licei: la bassa
professionalizzazione si traduce in bassi stipendi, pari a nemmeno
700 euro».
Il confronto con le
retribuzioni 2009, rivalutate secondo gli indici dei prezzi al
consumo, mostra una flessione a livello nazionale dei salari di
ingresso dei giovani del 2,6 per cento. Il calo più ampio si
registra al Nord (-6%), seguito dal Mezzogiorno (-3,3%), mentre al
Centro i valori sono in controtendenza (+5,2 per cento). |