L'inganno delle assunzioni.
Gli annunci del Governo sulle migliaia di assunzioni nella scuola sono solo propaganda elettorale: nel decreto sviluppo non è indicata alcuna cifra, e comunque i 30mila docenti in tre anni annunciati a voce dal ministro coprirebbero a malapena i 29mila pensionamenti del primo anno Francesca Puglisi* l'Unità, 7.5.2011 Gli annunci del Governo sulle migliaia di assunzioni nella scuola sono solo propaganda elettorale: nel decreto sviluppo non è indicata alcuna cifra, e comunque i 30mila docenti in tre anni annunciati a voce dal ministro coprirebbero a malapena i 29mila pensionamenti del primo anno! L'unica certezza per il prossimo anno scolastico è la terza tranche di tagli dell'impietosa mannaia della legge 133/08 (19.700 insegnanti e 14.500 Ata in meno) e il calo di investimenti nell'istruzione fino al magrissimo 3,2% del Pil stabilito dal Def di Tremonti che ci metterà fuori dall'Europa. Assorbire i precari e non crearne mai più era il programma del governo di centrosinistra: un piano di emergenza per sistemare l'eredità della Moratti (ultimo concorso: Berlinguer 1999) in vista di un nuovo e più razionale reclutamento futuro. Quando nel 2008 il centrosinistra è caduto, solo metà dei 150mila docenti e 30mila Ata previsti erano stati assunti; poi il duo Tremonti-Gelmini ha bloccato il piano. Lega e PdL hanno cancellato più di 80mila insegnanti dall’organico senza bandire concorsi né varare nuove modalità di reclutamento. Tre anni di malgoverno e tagli hanno bloccato l’ingresso anche ai neolaureati là dove le graduatorie erano esaurite, producendo il paradosso, richiamato anche da Bersani, che nei prossimi 3anni, in 64 province, andranno esaurite le graduatorie di materie tecnico-scientifiche, proprio quelle in cui i ragazzi sono deboli nei raffronti internazionali. Non basta. Nel 2009 Gelmini ha varato un provvedimento incostituzionale; oggi i nodi vengono al pettine e i ricorsi potrebbero costare più del piano bloccato nel 2008. La Ministra parla di bidelli più numerosi dei carabinieri (ma le scuole sono più delle caserme) e di presidi che chiedono soldi alle famiglie (ma lei taglia fondi agli istituti), mentre la massa dei precari non diminuisce e ai giovani laureati è negato ogni diritto alla formazione e al reclutamento. Se la Gelmini non avesse interrotto il piano di assunzioni da noi previsto, quasi tutti i precari sarebbero ormai in ruolo e oggi potremmo pensare al futuro della scuola parlando di altro. È il blocco di quel piano che ha trasformato ogni discorso sulla scuola in un discorso sui precari. È il blocco di quel piano che ha trasformato la differenza fra «coda » e «pettine» in una questione di vita o di morte. È semplicemente impossibile riparare i cocci del Governo Pdl-Lega a risorse invariate. Senza una robusta ripresa delle assunzioni nella scuola e la ripresa del cammino di riforma avviato dal centrosinistra, qualunque soluzione sarà iniqua per qualcuno, e soprattutto sarà iniqua per la qualità della scuola statale e per l'Italia tutta.
* Responsabile nazionale scuola PD |