Licenziata e riassunta in un’ora e mezza.
Causa per mobbing

Invalida, per la dirigente non era idonea all’insegnamento.
Per la commissione medica invece č abile. Chiesti i danni

di Chiara Benotti dal Messaggero Veneto, 19.5.2011

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PORDENONE. Licenziata e riassunta nel giro di 90 minuti dal dirigente scolastico: un’insegnante precaria del Sud č rimasta sotto choc e ha deciso di rivolgersi a un avvocato.

«Denuncio quanto ho subito e ci metto la faccia - ha detto - per tutti quelli che sono vessati a scuola e che non hanno il coraggio di dirlo». Inferno e purgatorio vissuto, in un istituto della Pedemontana pordenonese, da una supplente invalida al 50 per cento. Il capo di istituto ha fatto scattare il licenziamento-flash in quanto la docente sarebbe stata, a suo dire, «non idonea all’insegnamento». Invece l’insegnante č risultata idonea nei documenti di controllo della commissione medica.

Di fronte alla protesta di Caterina Gennaro Lanzafame, che sul diritto al lavoro non ha mollato, il dirigente successivamente ci ha ripensato, annullando il licenziamento. «Prassi curiosa, ha stracciato l’atto - ha detto la precaria, che vuole i documenti, chiede chiarezza e reclama i suoi diritti -. Mi sono affidata all’avvocato Vitto Claut di Pordenone: chi mi risarcisce dello stato di tensione e di ansia che sto vivendo da mesi?».

La sua versione dei fatti ricostruisce sei mesi di relazioni difficili, intervallati da molti giorni di assenza dalla cattedra. «Il capo di istituto ha clamorosamente sbagliato a leggere la certificazione rilasciata dalla commissione medica dell’Ass locale, sul mio stato di salute reale - ha riassunto Caterina Gennaro Lanzafame, che ha risalito lo Stivale dalla Sicilia, per trovare lavoro a 58 anni -. Aveva richiesto il controllo medico, dopo le mie assenze in aula, tutte certificate per malattia. I documenti presentati sullo stato di invaliditą non bastavano? La commissione ha confermato le mie patologie e vergato sul documento che sono idonea all’insegnamento». La precaria e il suo avvocato hanno chiesto la documentazione dell’atto di annullamento del licenziamento. «Voglio avere la prova oggettiva che č stato annullato l’atto di licenziamento».