La Sibilla e la navigazione incerta
fra gli arcipelaghi fumosi delle propagande
per smarrire la scuola

Pasquale Almirante, da AetnaNet 1.7.2011

La voragine dell’incertezza si apre solo sui miraggi annunciati dalla Sibilla che per sua natura è ambigua, bifronte come l’Oracolo di Delfi che dice e che non dice, ammicca e poi si turba. Una virgola non messa al posto giusto capovolse il destino di molti soldati romani che partivano per la guerra senza capire fino in fondo se fossero ritornati o meno; e quando i parenti protestavano, magari scioperando, con un ghigno sinistro dall’antro echeggiava la virgola famigerata. Ma quella era la Sibilla e tutto si svolgeva nei primordi della storia e quando il concetto di democrazia coincideva per lo più con l’oligarchia e la schiavitù era la regola. Oggi non può più essere così e l’incertezza è dei tempi bui del millenarismo, delle pestilenze improvvise, dello smarrimento portato dalla scienza che sovverte i dogmi.

Tuttavia di fronte al vociare incontrollato di ciò che potrà succedere nel tartassato mondo della scuola, tra finanziare e presunte riforme epocali, l’incertezza si insinua sibillina e per capire bene non basta neppure provare e riprovare dove mettere la virgola, nè cercare letture attente tra le righe di novelli Nostradamus in veste magari di moderni sindacalisti. E nella incertezza l’unica cosa certa è l’incertezza a cominciare dagli scatti di anzianità (li daranno o saranno sostituiti dal premio ai più bravi eletti da commissioni faidate?), alle regole per il pensionamento, alle immissioni in ruolo (67mila persone in un solo colpo,come sostiene Cisl, o a scaglioni o in tre anni o…?), ai concorsi a preside (quanti posti? E in Sicilia? Perché non si conoscono ancora i contingenti? Perché tanto ritardo nonostante moltissime scuole sono senza guida?), ai concorsi a cattedra (dopo la legge sulla formazione iniziale quale legge per il reclutamento? ), ai precari, sia docenti e sia Ata (le tre fasce e le GaE, mentre Gelmini proprio l’anno scorso giurava che li avrebbe sistemati tutti i 250mila in 7 anni), ai corsi di recupero, ai presidi sceriffo, alle classi pollaio e alla edilizia, all’accorpamento delle classi di concorso e delle scuole.

Cosa dimentichiamo in questo mare di dubbi e di proclami, di propaganda e di bugie, di mestamento e di livore fra fazioni pro o contro questo Governo, pro o contro i vari comunicati che ogni giorno inseguiamo non solo per cercare di capire ma soprattutto per informare i nostri lettori? Un oceano-mare di notizie spesso in contraddizione fra loro, spesso superficiali, spesso dette per confondere e perdere e smarrire l’orizzonte delle certezze che un tempo accompagnava la navigazione della scuola fra arcipelaghi noti. La certezza della unità sindacale soprattutto e che se la Confederazione si fosse mossa compatta difficilmente qualcuno poteva opporvisi. Neanche questa certezza oggi accompagna i lavoratori della scuola, mentre registriamo appunto solo richieste di nuove certezze: chi li potrà dare?

Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org