Il
governo I nodi Il caso Il ministero:
Scuola, Lupi contro la Gelmini Olga Piscitelli Il Corriere della Sera, 23.7.2011 MILANO - Lupi contro Gelmini. C' è un nuovo fronte nella già tormentata maggioranza. Terreno di scontro: la scuola. Il vicepresidente della Camera, in un editoriale firmato con Mario Mauro, che guida gli eurodeputati pdl, denuncia «una gravissima deriva illiberale e statalista che sconfesserà in un solo colpo tutte le azioni del governo verso una maggiore libertà dei cittadini». Lo sfogo è ospitato da Sussidiario.net , il quotidiano online della Fondazione per la sussidiarietà. Mauro e Lupi ce l' hanno contro la chiusura del Tfa, il tirocinio formativo attivo, un master per ottenere l' abilitazione all' insegnamento, riservato ai più giovani. Il ministro dell' Istruzione ha deciso di sfoltire le graduatorie a esaurimento e, calcolato che per i prossimi anni servono 230 mila insegnanti, esattamente il numero dei docenti precari, già abilitati con i vecchi concorsi (l' ultimo è del 1999) o con le Ssis (le scuole di specializzazione per l' insegnamento secondario), svuoterà in via prioritaria quegli elenchi. «La conseguenza di questo contingentamento dei numeri - scrivono i due esponenti vicini a Comunione e liberazione - sarà quella di negare ad almeno tre generazioni di giovani la possibilità di insegnare». Scuola, contro lo statalismo , questo il titolo dell' editoriale comparso sul sito all' indomani di una riunione pdl, in cui la Gelmini ha ribadito la linea dura, anche alla luce dell' ulteriore giro di vite imposto da Tremonti. Al ministero non nascondono la sorpresa per quello che leggono come «un duro attacco». La «deriva statalista», secondo Lupi, si annida nel canale unico delle graduatorie: «Gli insegnanti che entreranno in ruolo nei prossimi anni - denuncia - diventeranno professori solo per un diritto acquisito in forza di un meccanismo controllato dallo Stato e dai sindacati». Sette anni, secondo i calcoli di Mauro e Lupi, senza possibilità di scelta e con la certezza che ad entrare in ruolo saranno «solo quelli che hanno più di 40 anni», in barba «a liberalizzazioni e giovani». Fonti vicine al ministro anticipano un' apertura in quello che sarà il quadro ufficiale, la cui presentazione è in programma per lunedì. «Sono legittime le aspettative dei giovani e delle scuole paritarie - informano da Viale Trastevere - ma non possiamo dimenticare chi aspetta da anni di entrare in ruolo». La scelta sarà quella dell' equilibrio, in linea con la normativa, «senza sganciare l' abilitazione dal reclutamento però, perché in questo modo, negli anni 90 si è ingigantito il bacino dei precari». **** La scheda
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