SCUOLA

Prof precario da 32 anni chiede
indennizzo record: 3 mln

Tramite Codacons cita ispettorato lavoro:sfruttato e mai assunto
Boom richieste risarcimento supplenti:negli ultimi mesi migliaia

 TM news, 2.7.2011

Roma, 2 lug. (TMNews) - Sostenuto dal Codacons, al termine del suo 32esimo anno da supplente, un insegnante romano di 54 anni ha deciso di denunciare l'ispettorato dl lavoro e chiedere un risarcimento record da 3 milioni di euro per danni professionali e personali, derivanti dalla mancata assunzione a titolo definitivo: secondo i legali del 'Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori', la reiterata assunzione a tempo determinato del docente, attraverso la stipula di contratti a termine, ha comportato la messa in atto di una serie di reati che vanno dallo sfruttamento del lavoro all'abuso di autorità su soggetto debole fino all'appropriazione indebita della forza di lavoro.

Per Carlo Rienzi, presidente del Codacons, la vicenda dell'insegnante 54enne romano costituisce "un caso assurdo, che a nostro avviso può configurare un vero e proprio sfruttamento del lavoro". Il rappresentante del Coordinamento di difesa dei consumatori è ottimista sull'esito della rivalsa, che coinvolge anche tutti i ministeri dell'Istruzione insediatisi dal 1979 ad oggi, sottolineando che "per fortuna i tribunali di tutta Italia stanno accogliendo le richieste dei precari della scuola".

In effetti in alcuni casi, i giudici italiani hanno dato ragione ai precari che, con almeno tre anni di anzianità alle spalle svolti su posti vacanti, hanno impostato la loro battaglia legale rifacendosi all'orientamento positivo espresso sulla materia dai colleghi di diversi paesi dell'Ue: tra le sentenze favorevole ai supplenti, spicca quella dello scorso mese di marzo, quando 15 precari con queste caratteristiche, assistiti dall Uil Scuola, hanno ottenuto dal Tribunale del Lavoro di Genova un indennizzo di 30mila euro ciascuno. Negli ultimi mesi, tra l'altro, a chiedere rimborsi analoghi, sostenuti dai sindacati e associazioni, sarebbero state alcune decine di migliaia di precari, anche in virtù della scadenza inclusa nel collegato al lavoro, poi posticipata a dicembre, che prevede la decadenza di ogni diritto per tutti coloro che non avessero rivendicato le proprie ragioni nei tempi prefissati.

Il fenomeno dei rimborsi chiesti da coloro che per lungo tempo hanno insegnato o preso servizio nella scuola come non docenti sempre e solo a tempo determinato, quindi, è tutt'altro che circoscritto: secondo alcune stime di settore, l'assunzione in ruolo di tutti i precari della scuola (non meno di 100 mila) con più di 3 anni di servizio svolto produrrebbe un esborso per lo Stato pari ad almeno 4-5 miliardi di euro. Lo sanno bene anche il governo ed il Miur, che per evitare rimborsi collettivi record, pari quasi al ritorno derivante da una Finanziaria, di recente hanno confermato, attraverso il decreto sviluppo, l'inammissibilità dell'assunzione d'ufficio per il mondo della scuola. Facendo riferimento all'articolo 4 della legge 3 maggio 1999, n. 124, l'amministrazione italiana ha ribadito "che i contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze del personale docente e Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario (ATA), in quanto necessari per garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo, non possono in alcun caso trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato, né consentire la maturazione di anzianità utile ai fini retributivi prima della immissione in ruolo"..