L'intervento

Incertezza a scuola

 Pasquale Almirante La Sicilia, 3.7.2011

Mai la scuola ha vissuto un periodo di tanta incertezza; e non solo sul versante della riforma, ma soprattutto su quello dei docenti che a ogni starnuto della ministra Gelmini avvertono tempeste. E a ragione. Sia per i professori di ruolo sia per i precari ai quali si aggiunge il personale Ata. A parte le diffidenze per la manovra, un po' di ansia riguarda il ritardo del bando di concorso per 2380 posti di dirigente che, promesso entro fine giugno, ora dovrà essere prima discusso, il 5 luglio, con le organizzazioni sindacali.

Perché questo ripensamento? Forse perchè è previsto l'accorpamento di quasi 4mila istituti e quindi molte presidenze salteranno con la segreteria? E perché spendere 47milioni di euro per un concorso al quale parteciperanno 150mila docenti ma per posti che sicuramente saranno ancora dimezzati? Infatti finora non è data sapere la ripartizione del contingente per ciascuna regione, mentre le scuole con meno di 500 alunni avranno la reggenza e quelle non accorpabili, di montagna, un preside a tempo parziale.

Incertezze a cui si aggiungono quelle sugli scatti di anzianità e il contratto di lavoro che si prevede rimangano bloccati per un altro anno, fino al gennaio 2014 oltre ai tre già decisi con la finanziaria 2010. Contestualmente l'accorpamento di molte classi di concorso fa intravedere il licenziamento di parecchi docenti di ruolo che si aggiungeranno alla schiera dei precari, chiamati perfino per gli esami di Stato o a ricoprire posti vuoti, ma poi cacciati quando non fanno più comodo. E sempre nei campi della incertezza sembra pure aggirarsi una bufala, portata o dalla Cisl Scuola (che giura per l'assunzione per quest'anno di circa 65mila precari) o dall'Anief, che dubita perfino della gradualità triennale della loro nomina.

In attesa di sapere 20mila abilitati in scienza della formazione e strumento musicale hanno messo le tende davanti a Montecitorio per protesta, dopo la beffa di vedersi riconosciuto un emendamento che consentiva di passare nelle graduatorie a esaurimento, ma che poi è stato cassato. Ma l'incertezza principe fungheggia nei ritardi che stanno accumulando gli uffici periferici nella stesura della graduatorie a danno delle nomine e di un inizio d'anno regolare