DIRITTO di CRONACA

Brunetta vuole il Nobel

Gli economisti italiani nel mondo in una classifica stilata dalla Via-Academy

Flavia Amabile La Stampa, 5.7.2011

Renato Brunetta l’ha confessato in un’intervista a Enrico Mentana: «Volevo vincere il premio Nobel». E, se non fosse stato per il suo amore per la politica, l’avrebbe anche vinto, assicura. Forse il ministro ha ragione ma nel frattempo una classifica redatta dalla Via-Academy, associazione di accademici italiani all’estero, lo inchioda fuori lista con un H-Index di 4 e un H-IF index nemmeno pervenuto.

Il primo è l’indice usato in tutto il mondo per valutare il lavoro degli accademici. Il secondo è una versione corretta da Mauro degli Esposti del Via-Academy per ovviare a due problemi che da anni vengono evidenziati: l’H-Index è molto utile ma aumenta con l'età, dunque anche se non si producono molte pubblicazioni basta essere anziani per trovarsi ai posti alti della classifica. In secondo luogo varia a seconda del settore di lavoro.

Se il ministro Brunetta ha sacrificato sull’altare della politica il suo Nobel in Economia, anche molti altri economisti italiani piuttosto famosi non sono poi messi benissimo secondo quanto risulta dall’ultima analisi stilata dal Via-Academy per valutare gli economisti italiani nel mondo.

Mario Draghi appena nominato presidente della Banca centrale europea lasciando vuota l’ambita poltrona di via Nazionale è al 16mo posto tra gli economisti italiani nel mondo: ha H-Index 15 e H-IF Index 8. Valori anche inferiori per Lorenzo Bini Smaghi, il consigliere della Bce a cui Berlusconi ha chiesto un passo indietro per far posto a Draghi: H-Index 19, ma H-IF Index 6 (17mo posto). Oppure Fabrizio Saccomanni, stesso H-Index di Draghi ma H-If Index di 4, al 18mo posto. Ha una valutazione decisamente migliore Vittorio Grilli, direttore generale del ministero dell’Economia e il candidato preferito di Tremonti alla successione in Bankitalia: H-Index di 32 e H-IF Index di 12, al 14mo posto in classifica.

Gli economisti italiani al top della classifica vivono all'estero, e forse non ci sarebbe nemmeno bisogno di precisarlo. Sono Alberto Alesina e Luigi Zingales, da tempo negli Usa. Alesina ha 91 come H-Index e 58 come H-IF Index, Zingales ha 49 e 46. Dal terzo posto si torna in Italia con Guido Tabellini, rettore della Bocconi, H-Index 66. Oppure Roberto Perotti, docente di Economia alla Bocconi e autore di libri sulla malauniversità: H-Index 43 e H-IF Index 34 (quarto posto).

Al settimo posto appare il primo nome piuttosto noto ad un pubblico più ampio, Francesco Giavazzi, con H-IF index pari a meno della metà di quello di Alesina (26 contro 58) e H-Index 42. Al nono posto Andrea Ichino con H-IF Index 22 e H-Index 32. Al decimo Tito Boeri con H-IF Index di 20 e H-Index 41.

Quasi inesistenti le economiste italiane, e quasi tutte vivono all’estero. Paola Sapienza vive negli Usa, occupa un bel quinto posto con H-IF Index 30 e H-Index 31. Lucrezia Reichlin lavora a Londra, anche lei nella parte alta della classifica, al nono posto, con H-If Index 22 e H-Index 37. Irene Tinagli lavora in Spagna, ha H-Index 11 e H-IF Index 12. E’ al quattordicesimo posto, lo stesso di Grilli, ma con molti anni di meno. Fiorella Kostoris lavora in Italia ma ha valori molto più bassi: 11 l’H-Index e 4 l’H-IF Index.