Le tre donne ministro Il consulente spunta in un'inchiesta sui Casalesi Fiorenza Sarzanini Il Corriere della Sera, 18.6.2011
ROMA - Il nome di Luigi Bisignani è emerso anche in un'indagine
avviata dalla magistratura di Napoli sul clan camorristico dei
Casalesi. I pubblici ministeri lo hanno iscritto nel registro degli
indagati e poi hanno trasmesso gli atti ai colleghi Henry John
Woodcock e Francesco Curcio, titolari dell'indagine sulla presunta
associazione segreta. A rivelarlo è lo stesso giudice nella sua
ordinanza di custodia cautelare, quando elenca «i dati di riscontro»
alle contestazioni formulate dall'accusa contro lo stesso Bisignani
e il parlamentare del Pdl Alfonso Papa. E così fornisce un indizio
forte per comprendere quanto ampio sia lo scenario nel quale si
muove l'uomo d'affari, ritenuto il vero motore di questo gruppo che,
tramite Papa e altre «fonti», avrebbe utilizzato notizie riservate
«per favorire o ricattare persone, tra cui anche membri delle
istituzioni».
Ci sono imprenditori, dirigenti d'azienda, ufficiali delle forze
dell'ordine nella rete di Bisignani. Ma ci sono anche numerosi
politici, alcuni esponenti del governo. Le intercettazioni
telefoniche svelano i suoi tentativi di condizionare nomine e
appalti pubblici tessendo la tela delle proprie relazioni. Non solo:
per mesi nel suo ufficio di piazza Mignanelli di Roma una microspia
piazzata per ordine dei magistrati ha registrato incontri e
colloqui. Il resto lo hanno fatto gli interrogatori di centinaia di
testimoni ascoltati negli ultimi mesi, ma anche le sue ammissioni di
fronte ai magistrati. Dichiarazioni «parziali» ritenute comunque
attendibili dal giudice che infatti ha deciso di accogliere la
richiesta di arresto, ma soltanto ai domiciliari. Il parlamentare del Pdl Alfonso Papa poteva contare sulle informazioni carpite tra ufficiali e sottufficiali delle forza dell'ordine. Ma gli elementi raccolti durante l'indagine di Napoli mostrano come Bisignani potesse contare sulla fedeltà di molti generali e colonnelli della Guardia di Finanza e dei carabinieri. Dalle telefonate emerge un suo interessamento per la nomina del generale Adriano Santini a direttore dell'Aise, il servizio segreto militare, dove è effettivamente approdato. Il capo del servizio di intelligence è stato interrogato ma ha cercato di minimizzare il ruolo dell'uomo d'affari nella sua designazione.
Un tentativo di ridimensionare i suoi rapporti con il gruppo e in
particolare con il parlamentare del Pdl Alfonso Papa, lo ha fatto
anche il generale Paolo Poletti, attuale vicedirettore dell'Aisi, il
servizio segreto civile. Un mese fa i magistrati lo hanno convocato
per sapere come mai l'ex magistrato avesse ottenuto un alloggio
della Guardia di Finanza a Roma e soprattutto che tipo di rapporto
continuavano a coltivare. «L'assegnazione di una foresteria - ha
dichiarato Poletti - mi fu chiesta dal Comando Generale, come spesso
avviene quando ci sono magistrati che per ragioni di servizio si
trasferiscono e nel caso specifico ciò era avvenuto dopo la nomina
di Papa al ministero della Giustizia. Da allora mi è capitato di
incontrarlo qualche volta per un caffè, ma nulla di più».
Frequentava i politici Luigi Bisignani, ma grande influenza aveva
anche sui vertici di aziende statali o a partecipazione come l'Eni e
Finmeccanica - guidate dai suoi amici Paolo Scaroni e Pierfrancesco
Guarguaglini - tanto da poter influire sulle nomine di alcuni
dirigenti e sulle assunzioni di impiegati e manager. Agli atti
dell'indagine risultano contatti e trattative con l'entourage di
Luca Cordero di Montezemolo per lo spostamento di voti relativo agli
assetti interni di Confindustria. In particolare, ci sarebbe stato
l'interessamento per favorire alcuni personaggi indicati proprio da
Bisignani. Svariati testimoni hanno raccontato di aver ottenuto
grazie al suo interessamento e a quello di Papa consulenze, ma anche
contratti a tempo indeterminato. Un capitolo di indagine ancora in
fase di esplorazione riguarda alcuni appalti assegnati da Palazzo
Chigi. Uomo chiave in questo settore sembra essere Antonio Ragusa,
ex generale dei carabinieri poi transitato nei servizi segreti, da
sempre ritenuto vicino a Bisignani. I pubblici ministeri lo hanno
interrogato per ricostruire l'iter di alcune commesse visto che ha
l'incarico di capo del dipartimento per le Risorse strumentali della
presidenza del Consiglio. Tra i lavori «contestati» c'è quello per
l'informatizzazione di Palazzo Chigi affidato alla «Italgo spa» di
Anselmo Galbusera che di Bisignani è amico da tempo e ora risulta
indagato proprio perché sarebbe stato favorito illecitamente.
Molte circostanze Bisignani le ha ammesse e chiarite negli
interrogatori delle scorse settimane. La sua nuova versione la
racconterà lunedì mattina, quando sarà interrogato dal giudice alla
presenza dei suoi avvocati Fabio Lattanzi e Gianpiero Pirolo.
«Risponderà alle domande - assicura Lattanzi -, chiarirà il proprio
ruolo sulle contestazioni che gli vengono mosse. E soprattutto
specificherà come Papa gli abbia fornito nel tempo moltissime
notizie che si sono rivelate infondate. Lui raccoglieva le
informazioni ed effettivamente poi ne discuteva con Letta, ma non si
trattava di rivelazioni su notizie riservate, erano soprattutto
discussioni sulle inchieste». Una versione diversa da quella che
Bisignani ha già messo a verbale, quando ha specificato di aver
«informato Letta delle informazioni comunicatemi da Papa e in
particolare di tutte le vicende che potevano riguardarlo
direttamente o indirettamente come la vicenda riguardante
Verdini...». |