L'opinione
E’ ormai chiaro che l’inserimento a pettine
nelle graduatorie Silvana La Porta da Aetnascuola.it, 13.6.2011 E mentre la Cisl scuola sollecita il Tar a rendere nota la sua decisione sulla questione, in un articolo pubblicato su La Padania il Movimento no pettine del Piemonte fa sentire forti le sue motivazioni, sostenendo che con la legge 296/2006 dell’allora ministro Fioroni “ci fu detto che le nostre graduatorie venivano trasformate da Permanenti ad Esaurimento. Ci fu detto che avremmo potuto scegliere, per l’ultima volta, una provincia nella quale eleggere il nostro domicilio lavorativo. Ci fu promessa stabilità lavorativa e di vita.” Una legge condivisa da tutti i precari della scuola in quanto permetteva una certa stabilità ai precari stessi. Poi il vero problema sono stati i tagli. Perché è stato per parare l’effetto tagli che è venuta fuori l’idea delle code. Nel 2009 il ministro Gelmini, mentre tagliava posti e posti di lavoro, ha tentato di sopperire alla contrazione inevitabile di posti per le supplenze con l’infausta idea dell’inserimento in coda in altre tre provincie. Incostituzionali le code, certo, perché chi si sposta si sposta col proprio punteggio: da qui la marea di ricorsi che sappiamo e la vittoria dei ricorrenti che attendono adesso l’inserimento a pettine. Secondo Il Movimento piemontese “lo scenario che si apre di fronte a questa situazione è, a dir poco, caotico. All’interno della classe docente, infatti, sono stati tutelati solo i diritti di alcuni, mentre sono stati lesi quelli della stragrande maggioranza dei docenti italiani. E cosa ancor più grave, una legge dello Stato è stata gettata in balia dei facili ricorsi e delle interpretazioni contingenti.” In sostanza gli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento del 2007 che hanno fatto una precisa scelta chiedono tutela dei diritti acquisiti. E qui giunge la tanto discussa proposta del bonus di 40 punti per chi resta nella provincia scelta nel 2007: per il Movimento no pettine Piemonte non si tratta di un emendamento a favore dei docenti settentrionali contro quelli meridionali, bensì di un provvedimento che tutela sul territorio nazionale tutti coloro che hanno fatto la loro scelta nel 2007. D’altronde al nord buona parte degli insegnanti sono meridionali che si sono trasferiti e che adesso non vogliono perdere i diritti acquisiti. Dunque il bonus, essendo valido per tutti i docenti italiani, da qualunque regione provengano, è solo “tutela di diritti acquisiti, del diritto al lavoro, della dignità umana e professionale di ciascuno e difesa della continuità didattica ed educativa.” Mentre tanti docenti dicono no al pettine, i ricorrenti, dal canto loro, non cessano di definire il bonus un regalo che la Lega (e chi insegue -anche nel Pd- le sue farneticazioni xenofobe) vuol fare agli insegnanti che lavorano al Nord dal 2007, bloccando in questo modo gli inserimenti dal Sud, secondo la stessa retorica degli sbarchi dei clandestini. D’altronde Pittoni lo ha detto chiaramente, i punti servono a limitare la concorrenza dei precari del sud che hanno punteggi gonfiati e dubbi. Insomma i precari della scuola sono l’uno contro l’altro armati, in ognuno, com'è umano, trionfa la logica del Cicero pro domo sua…
MIUR - Direttiva n. 74 - 15 settembre 2008
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