Flop del progetto merito:
l’articolo che “La Repubblica”
non ha voluto pubblicare…

di Salvo Intravaia da comitatonogelmini, 11.6.2011

Strane cose succedono nel mondo dell’editoria, soprattutto quella del cosiddetto centro sinistra: questo articolo avrebbe dovuto essere pubblicato nel numero odierno de “La Repubblica”, ma, all’ultimo momento, è stato cassato; che sia forse perchè esplicita chiaramente come i docenti hanno trattato l’idea di “meritocrazia” (tanto cara anche a molti politici “amici”) proposta dall’attuale ministro Gelmini?

Per assegnare una mensilità aggiuntiva ai 276 insegnanti più bravi e per valutare le performance di 77 scuole medie, il governo spende 5 milioni di euro, più 15 milioni destinati a potenziare l’Invalsi. Ieri mattina, il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha presentato i risultati del progetto “che intende introdurre il merito nel sistema d’istruzione italiano e che valuta e premia le scuole e gli insegnanti a scuola”. La sperimentazione del progetto “Valorizza”, destinato ai docenti, si è conclusa lo scorso 31 maggio. Per accaparrarsi una “quattordicesima” mensilità – circa 2 mila e 500 euro lordi, per un totale di 690 mila euro – il ministero ha speso 5 milioni. E per premiare 77 scuole medie – con 70 mila euro ciascuna, per un totale di 5 milioni e 390 mila euro – l’Invalsi è stato “potenziato” con ulteriori 15 milioni. I due progetti, in totale, sono costati 20 milioni. A darsi battaglia – si fa per dire – 905 insegnanti di 33 scuole di Piemonte, Lombardia e Campania.

I dati snocciolati dal ministro testimoniano tutta la fatica fatta da viale Trastevere per coinvolgere i docenti in un progetto largamente boicottato dai Cobas: neppure 30 insegnanti per scuola. Lo scorso novembre, il ministero lancia i due progetti. E ritiene di potere coinvolgere per una prima sperimentazione 40 scuole di due grandi città: Torino e Napoli. Ma le delibere dei collegi dei docenti, che rimandano al mittente l’invito, fioccano. E così la sperimentazione viene estesa prima alle scuole dell’intera provincia e poi delle due regioni, riducendo a 15 gli istituti. Ma non basta. Stesso discorso a Pisa e Siracusa, dove dovrebbe partire il progetto merito per le scuole. Nella città toscana il ministero fa addirittura l’en plein, collezionando il rifiuto di tutte le scuole medie. E a gennaio il ministero decide di aggiungere altre due province: Milano per gli insegnanti e Cagliari per le scuole.

Ma le cose evidentemente continuano ad andare piuttosto male, visto che ieri il ministro ha annunciato che le 77 scuole aderenti al secondo progetto, di durata triennale, appartengono alle province di Arezzo, Mantova, Pavia e Siracusa. E Cagliari? Per assegnare i premi – non più di 70 mila euro a scuola – verranno presi in considerazione due elementi: “la misurazione del miglioramento degli apprendimenti” degli studenti, condotta dall’Invalsi e “le analisi valutative condotte da commissioni di valutazione su tutto il contesto scolastico”. “Per i progetti – ha spiegato la Gelmini – sono stati investiti 5 milioni di euro e altri 15 milioni sono andati per potenziare l’Invalsi, perché la scuola non può più fare a meno di un sistema di valutazione”.

“Le parole della Gelmini – dichiara Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas – sono allo stesso tempo grottesche e scandalose. Grottesche perché confermano che la stragrande maggioranza degli insegnanti italiani hanno rifiutato il merito proposto dal ministro e scandalose perché per finanziare un meccanismo che non funziona si spendono addirittura 20 milioni di euro. Fondi che potevano essere utilizzati – spiega – per assumere i precari o per restituire gli scatti di anzianità, tagliati dal governo, al personale della scuola”. Per Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria Pd, “la sperimentazione sulla valutazione condotta in fretta e furia dalla Gelmini è stata un flop: le continue campagne denigratorie da parte del governo contro gli insegnanti hanno generato un crollo di fiducia e un netto rifiuto”.