Precari a chiamata diretta. di Pippo Frisone ScuolaOggi, 13.6.2011 E’ proprio vero. La lingua batte dove il dente duole. E di lingua in questi giorni, Gelmini, Aprea e Marcegaglia ne hanno sbattuta parecchia sul dente del reclutamento degli insegnanti nella scuola statale. A pochi giorni dall’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento che ha rimesso in movimento le speranze di oltre 230mila precari, Governo, Centro-destra e Confindustria si sono trovati subito d’accordo a intonare il de-profundis a un sistema di reclutamento basato su anzianità e titoli culturali. Basta con le graduatorie! Facciamo come nel privato, docenti a chiamata diretta! Sì, a chiamata diretta, non dagli ammuffiti uffici di collocamento ma dai cosiddetti Albi regionali, veri e propri albi professionali, riservati al personale docente provvisto di abilitazione all’insegnamento, perché il docente non è equiparabile ad un impiegato ma è un professionista. E quindi Albi professionali come ogni professionista deve avere, con un proprio codice etico- professionale, comitati di rappresentanza e tutto ciò che ne consegue sul suo nuovo stato giuridico. Uno stato giuridico definito per legge, tanto per cambiare. Niente contrattazione né contratti di lavoro subordinato, niente organi collegiali, niente organismi di rappresentanza sindacale (RSU) ma solo contratti a prestazione d’opera come ogni buon libero professionista! A sceglierlo sarà direttamente l’istituzione scolastica, a chiamata diretta dall’Albo regionale! Eccola bella e pronta la riforma Gelmini, Aprea e Marcegaglia. E’ quanto stava scritto nel vecchio programma elettorale di Forza Italia sulla scuola, è quanto sta scritto in un ddl dell’on.Aprea presentato a inizio legislatura, è quanto ha detto la presidente degli industriali Marcegaglia ai giovani di Confindustria riuniti in questi giorni a Santa Margherita Ligure. Basta graduatorie e largo al merito! Le graduatorie così come sono generano un precariato permanente che poi rivendica davanti al giudice la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato! Che siano dunque le singole scuole a scegliersi i propri docenti in base al merito e al progetto di scuola. Sennò, come fa il Ministro a valutare le scuole, premiandole o sanzionandole, se queste ultime non possono scegliersi nemmeno gli insegnanti? Basterà l’opposizione dei sindacati scuola, oggi in ordine sparso, a respingere un attacco così determinato quanto pericoloso? Se un tale disegno passasse senza colpo ferire, la privatizzazione della scuola pubblica sarebbe bella e fatta! Il centro-sinistra se c’è batta un colpo, a partire dall’esame in parlamento del decreto-sviluppo (art.9). Difendiamo la scuola pubblica che è un bene comune come l’acqua. Facciamolo ora prima che sia troppo tardi. |