2010 - 2027: ci sarà più bisogno Red da Orizzonte scuola, 17.6.2011 A determinare la previsione è un modello per la simulazione a medio - lungo termine del fabbisogno scolastico a livello provinciale, realizzato dalla Ragioneria Generale dello Stato. Evoluzione demografica e atteso aumento di iscritti nella scuola secondaria sono gli elementi su cui la ricerca si è basata. Si vuole così capire l'impatto delle riforme in atto (maestro unico e riforma della secondaria). La Ragioneria avverte però: "La riduzione della domanda scolastica nelle regioni meridionali non è tuttavia tale da compensare interamente l’incremento nelle altre aree del paese. L’ampia diversità territoriale - tra singole province, anche contigue e appartenenti alla stessa macro-area - segnala la complessità del processo di pianificazione della rete scolastica e di programmazione del personale da affrontare nei prossimi anni. Le stime dettagliate per ciascuna provincia sono presentate nell’appendice." La premessa:
Nell’arco dell’ultimo decennio, il numero di docenti è aumentato progressivamente, per diminuire solo nell’ultimo anno con un risultato netto dell’0,5 per cento.
Una parte consistente dello studio è dedicata alla "Previsione del fabbisogno di docenti strettamente necessari per ordine di scuola e ripartizione geografica" Scuola materna
Al Nord e al Centro è
in ogni caso previsto un maggiore o pari livello nel fabbisogno di
docenti rispetto al 2010, mentre a Sud il fabbisogno atteso cala tra
il 2% e il 6%. Scuola primaria Nei primi cinque anni l’applicazione graduale della riforma produrrebbe, sia a livello nazionale che a livello di macroarea, una riduzione del fabbisogno strettamente necessario di docenti nella scuola statale primaria di circa 20 punti percentuali a parità di scenario demografico. Tuttavia, nel lungo periodo vi è ampia incertezza sull’intensità della riduzione che dipende dall’evoluzione demografica effettiva: al Nord e al Centro la riforma produrrebbe un calo della domanda, rispetto al livello richiesto oggi, del 10%-20%, al Sud del 30%-38%. Vi sono province in cui, anche in applicazione della riforma del maestro unico, l’evoluzione demografica produce una crescita del fabbisogno teorico di docenti nel breve periodo (in particolare Milano, Modena e Prato). Scuola secondaria di I grado Fino al 2020 vi è scarsa incertezza sul fabbisogno di docenti in tutte le aree geografiche: nei primi dieci anni la domanda di docenti nella scuola secondaria di I grado cresce, a livello nazionale in ciascuno scenario demografico, e ci si attende che nel 2020 sia maggiore di 4-7 punti percentuali rispetto all’anno base. Le maggiori esigenze di personale sono soprattutto al Centro-Nord. Al Sud la dinamica è opposta a quella che caratterizza la restante parte del paese: nei primi cinque anni la domanda di docenti cala del 3% circa e nel lungo periodo ci si attende un calo della domanda che - nello scenario peggiore - raggiunge il 15%. Scuola secondaria di II grado
Per quanto riguarda gli
effetti della riforma degli orari curriculari nella scuola
secondaria superiore, a parità di evoluzione dei tassi di
partecipazione, si può osservare che nei primi cinque anni
l’applicazione graduale della riforma produrrebbe una riduzione
della domanda di docenti strettamente necessari a livello nazionale
di circa 8 punti percentuali che sarebbe – nel lungo termine - in
parte riassorbita grazie alla ripresa della domanda scolastica (al
2027 e nello scenario alto il calo rispetto al 2010 è solo del 4%).
Sebbene non si realizzi in nessuna area geografica del paese una
sovrapposizione tra gli scenari pre- e post-riforma, al Nord la
ripresa Appendice (previsione fabbisogno docenti full time equivalent strettamente necessari per provincia scuola infanzia, primaria, secondaria I grado e II grado)
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