Addio a Gigi Brustia, una vita di impegno

IL LUTTO. Incidente in casa, forse un malore. Esponente di Dp, pioniere dei Verdi. Maestro in pensione, aveva 61 anni Consigliere in Loggia dall'85 al '91

Massimo Tedeschi da Bresciaoggi, 13.6.2011

Una foto recente di Gigi Brustia È morto ieri cadendo per le scale di casa, probabilmente stroncato da un malore, Pierluigi Brustia, per tutti Gigi, esponente di spicco della contestazione bresciana, poi della sinistra extraparlamentare (e in particolare di Democrazia proletaria) negli anni '70 e '80, consigliere comunale dal 1985 al 1991, pioniere degli ambientalisti cittadini, impegnato nel sindacato degli insegnanti «Gilda», da poco tornato all'impegno pubblico come co-fondatore dell'associazione «Ripensare il mondo» creata insieme a Mirko Lombardi, Marino Ruzzenenti, Laura Novati, Gianna Baresi.

GIGI BRUSTIA aveva 61 anni: era nato il 20 dicembre del 1949. Sposato con Rita Ponturo (dipendente Inps oggi in pensione) lascia nel dolore anche i figli Michele (29 anni, dipendente di Bulgari in Giappone) e Roberto (22 anni, studente universitario).
Papà piemontese, mamma originaria di Capovalle, Brustia era maestro elementare e ha insegnato in numerose scuole cittadine, dai Medaglioni fino alla Don Vender, prima di andare in pensione nel settembre scorso.

Era appena tornato a notte fonda da un viaggio in Portogallo con la moglie e, ieri mattina, aveva scambiato alcune parole con l'amico Pedro Bonometti dal balcone di casa in via Francino. Poco dopo la moglie, non sentendolo più, l'ha cercato in casa. L'ha trovato riverso in fondo alle scale, ormai esanime: probabilmente l'esito di un improvviso insulto cardiaco. Inutile la corsa in ambulanza alla Clinica Sant'Anna, dove la salma è composta in attesa dei funerali, previsti domani alle 15.30 al forno crematorio di Sant'Eufemia.

Brustia diventa un personaggio pubblico a Brescia fin dal '68 quando la contestazione universitaria muove i primi passi. Lui e l'amico Marino Ruzzenenti, in Cattolica, danno vita al «Gruppo democratico universitario» che spezza il monopolio della lista cattolica «Comunità». È il preludio della storica occupazione dell'ateneo di via Trieste, che verrà risolta con modi spicci dalla polizia. È anche il preludio di un impegno politico di Brustia nella sinistra extraparlamentare che durerà oltre vent'anni, sempre in parallelo con le vicende di Mario Capanna.

Piglio irruente, retorica suadente, modi segretamente dolci, Gigi Brustia abbraccia le battaglie antiautoritarie del Movimento studentesco. Ne segue l'evoluzione in chiave marxista, approda a Democrazia proletaria di cui - insieme a Beppe Anni, artefice della «svolta a sinistra» delle Acli bresciane - diviene ben presto il leader naturale, il volto più espressivo.

Quando Dp comincia un breve tragitto dentro le istituzioni, lui c'è: il partitino di Capanna nell'85 conquista tre posti da consigliere di circoscrizione (Bonometti, Marini e Pinchetti) e uno da consigliere: il suo. Nel quinquennio con Padula sindaco Gigi Brustia in Loggia è un antagonista dialetticamente agguerrito, ostinatamente documentato. Sono gli anni in cui prendono corpo i grandi progetti su metropolitana, termoutilizzatore, palagiustizia: Brustia interpreta posizioni «contro» nel nome di un controllo democratico (invoca, inascoltato, un referendum sul metrò) e delle tematiche ambientaliste. Non a caso, quando Dp implode e un bel pezzo confluisce in Rifondazione, lui approda ai Verdi per Brescia a cui dà vita con la collega in Consiglio, Piera Maculotti. Nella breve consiliatura '90-'91 interrotta dal voto anticipato Brustia c'è ancora. Poi comincia il suo impegno prevalente della «Gilda» scolastica, lontano dai riflettori della politica. Fino al ritorno pubblico con «Ripensare il mondo». Fino a ieri mattina.