Genitori: progetto Wi-Fi da Tuttoscuola, 7.6.2011 Non piace ai genitori il progetto ministeriale “Scuole in Wi-Fi”, lanciato poche settimane fa dai ministri Brunetta e Gelmini e che prevede di dotare tutte le scuole statali di un punto di accesso Wi-Fi entro il 2012, gratuitamente. A prendere posizione contro il progetto è stata l’A.Ge. (Associazione Genitori) della Toscana che sta inviando una lettera di raccomandazione a tutte le scuole, affinché non aderiscano al progetto. Le ragioni sono principalmente legate alla salute degli alunni, ma dietro il no dell'A.Ge. vi sono anche motivi di ordine pedagogico. L'Associazione Genitori Toscana, si legge in un comunicato, era già da tempo "in allarme per i rischi di una prolungata esposizione dei bambini ai campi elettromagnetici. Adesso che l'Organizzazione mondiale della sanità ha classificato un rischio di livello 2b, ossia potenzialmente. cancerogeno per gli umani è necessario seguire una linea di massima prudenza, soprattutto nei confronti dei minori”. “Ci aspettiamo – aggiunge l’A.GE - dal ministero dell'istruzione e dalle istituzioni scolastiche una scelta responsabile che metta al riparo da potenziali rischi per la salute dei nostri figli”. Dopo aver precisato che l'AgencyforResearchonCancer(Iarc), agenzia dell'Oms con sede a Lione, ha recentemente classificato il rischio basandosi sull'incremento di casi di glioma, per la categoria di forti utilizzatori, l’Age Toscana ha esposto anche una riflessione anche dal punto di vista pedagogico, affermando che "Sappiamo ormai che la consuetudine con i nuovi media ha modificato le modalità di apprendimento dei cosiddetti 'nativi digitali' e forse anche la loro struttura di pensiero”. Secondo l’A.Ge,, i bambini manifestano difficoltà con ortografia, poesie e tabelline e “c’è da chiedersi se non convenga riproporre gli strumenti tradizionali (carta, penna, memoria) da affiancare alle nuove tecnologie, in modo che facoltà importanti non vengano d'un tratto dimenticate, e riservare i nuovi strumenti multimediali, come le lavagne interattive, alle zone del Paese in cui internet è meno diffuso, in modo da offrire a tutti i nostri giovani le medesime opportunità”. |