La scuola perde la "testa":
"tagliati anche i presidi"

di Lorena Loiacono Leggo, 10.12.2011

La scuola italiana perde i pezzi, compresa la testa. Dopo i gessetti, le risme di carta, le sedie, i banchi e i supplenti, mancano all’appello anche i presidi. Mentre la figura del dirigente scolastico rischia di diventare una chimera da qui a pochi mesi. Da quattro anni non viene indetto un concorso, nonostante il limite massimo sia di tre anni, tanto che oggi sono oltre 1700 le scuole con un dirigente in “reggenza”, condiviso a metà con altri istituti: oltre il 17% su un totale di 10.000 scuole. La situazione si fa ancora più difficile nelle regioni del Nord: nelle scuole della Lombardia il picco dei posti vacanti da preside raggiunge quota 25%, in Piemonte, Emilia Romagna e Liguria 20%, nel Lazio 15%.

Ma non è tutto: a settembre 2011 saranno circa 800 i dirigenti che andranno in pensione e le stime parlano di una cifra simile anche per il settembre 2012: in un anno e mezzo quindi la scuola italiana si potrebbe ritrovare con una carenza di 3300 presidi, sostituiti da incarichi di reggenza. L’unica soluzione per le associazioni di categoria Andis e Disal è di bandire subito il nuovo concorso.

Per questo è stata inviata una lettera al ministro dell’Istruzione Gelmini: «L’assenza da oltre 4 anni di un concorso per nuovi dirigenti scolastici ci sembra non solo un grave danno alle scuole, ma un segno tangibile di trascuratezza per le istituzioni scolastiche e per la professione di dirigente». Difficile correre ai ripari, però, visto che per un concorso da dirigente serve almeno un anno e mezzo di tempo. Eppure il ministro Gelmini, nel settembre scorso, aveva assicurato che «entro il 2010 verrà bandito un nuovo concorso per assumere 2.800 presidi». Ma il bando in Gazzetta ufficiale, per il quale serve l’ok dal ministero dell’economia, non è mai arrivato.