La svolta

Via libera a nuovi asili
«Ma vi pagate le maestre»

Accordo con l’Ufficio scolastico, il documento esonera lo Stato
dalla copertura finanziaria. La Regione ai Comuni: sono a carico vostro

di Ma.Bo. Il Corriere del Veneto, 13.1.2011

VENEZIA - Il federalismo dello scaricabarile. Lo chiama così Simonetta Rubinato, onorevole del Pd e sindaco di Roncade, una cittadina del Trevigiano. Proprio mentre indossava la fascia tricolore, infatti, la democratica s’è vista recapitare sulla scrivania in municipio la copia di un accordo firmato il mese scorso dalla Regione con l’Ufficio scolastico guidato (ancora per poco) da Carmela Palumbo, ratificato da una delibera della giunta del 14 dicembre, che autorizza sì i Comuni ad aprire nuove scuole d’infanzia sul loro territorio, purché trovino gli spazi necessari e si paghino pure le maestre e i bidelli. «Un accordo che ha il sapore della beffa - attacca la Rubinato - siamo già al collasso, come possiamo farci carico anche di queste spese? ». Nella delibera in questione si legge un lungo preambolo sulla «consapevolezza dei diritti del bambino», sulle «istanze di natura specificatamente pedagogica» espresse da studiosi ed educatori vari, sulla «collaborazione con gli enti territoriali » per l’apertura di nuove scuole dell’infanzia (per l’appunto) e sulle richieste sempre più pressanti delle famiglie che «chiedono alle istituzioni un ampliamento dell’offerta dei servizi educativi».

E però c’è un però, ed è quello di sempre: mancano i soldi. A Venezia come a Roma. La Regione sta già facendo i salti mortali per garantire i fondi (14 milioni e mezzo di euro) alle materne paritarie che accolgono circa il 70% dei bambini veneti dai 3 ai 6 anni, mentre dal ministero dell’Istruzione tutto tace. Risultato, l’assessore Elena Donazzan «nell’intento di dare una risposta ai bisogni della collettività» ha stipulato un accordo con l’Ufficio scolastico regionale «che prevede che le amministrazioni comunali intenzionate ad ampliare i servizi educativi per l’infanzia, previo accordo con i dirigenti scolastici, possano, a proprie spese, attivare nuove sezioni di scuola per l’infanzia o ampliare quelle esistenti». In tal caso, però, i Comuni interessati «dovranno assumere gli oneri finanziari che saranno quantificati dall’istituzione scolastica statale (ossia il ministero, ndr.) secondo il contratto collettivo della Scuola. Il personale verrà quindi nominato a tempo determinato». Infine, i Comuni «dovranno assicurare l’idoneità delle strutture scolastiche secondo le norme di sicurezza». S’inalbera la Rubinato: «Noi sindaci veneti dovremmo farci carico di tutti gli oneri finanziari per pagare gli insegnanti e il personale ausiliario che in altri regioni d’Italia viene pagato dallo Stato anche con le tasse versate da noi veneti!».

Cornuti e mazziati, insomma. Come al solito. «Questo accordo ha il sapore di una beffa perché pratica il federalismo dello scaricabarile - continua l’onorevole sindaco Pd -. I nostri Comuni si fanno già carico, oltre che della costruzione e manutenzione degli asili pubblici e dei loro servizi di mensa e trasporto, anche di sostenere con consistenti contributi le scuole materne paritarie mentre la Regione sembra ignorare che non si possono fare le nozze con i fichi secchi: il vero federalismo si attua soltanto se oltre alle funzioni si trasferiscono i soldi. E non ci dicano che non ci sono, perché quando si tratta di trovare nel bilancio per il prossimo anno 800 mila euro per l’identità veneta, i soldi ci sono eccome!».