LO STUDIO

Meno iscritti e laureati, prof in fuga
E dal governo più tagli all'università

I risultati del check-up annuale del Comitato di Valutazione sugli atenei: "Diminuiti corsi di studio e docenti, ma senza programmazione". Gli studenti che proseguono sono sotto la soglia del 50%. Irrilevante il numero degli alloggi

Manuel Massimo la Repubblica 26.1.2011

La conferma arriva dal check-up annuale sullo stato di salute degli atenei italiani realizzato dal Cnvsu (Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario): l'università - soprattutto quella statale - sembra andare alla deriva e occorre un cambio di passo per poterne risollevare le sorti. I dati contenuti nell'Undicesimo Rapporto presentato oggi al Miur non lasciano adito a dubbi: nell'a. a. 2009/2010 si registra un calo degli immatricolati, una diminuzione degli iscritti e una riduzione dei laureati rispetto all'anno precedente. Un trend negativo, questo, che va a braccetto con il taglio degli interventi per il diritto allo studio: nel 2010 i fondi impiegati per l'erogazione delle borse di studio hanno subito una contrazione del 60% portando il fondo integrativo, di fatto, ai livelli di dieci anni fa.

Quale strategia? Il presidente del Cnvsu Luigi Biggeri, alla luce di queste cifre, sottolinea la necessità di operare una razionalizzazione del numero dei docenti e dei corsi di studio, di approntare una strategia condivisa e di ampio respiro: "L'Università ha operato sì una diminuzione dei corsi di studio e dei docenti negli ultimi anni, ma l'analisi d'insieme segnala che ciò è avvenuto in assenza di una reale e appropriata programmazione capace di tenere in considerazione il vero fabbisogno informativo e di ricerca". Programmare, dunque, per tempo accessi e concorsi per evitare vere e proprie "emorragie" di docenti. Un esempio concreto rende bene l'idea: entro il 2015, come si evince dal Rapporto, usciranno dall'Università - per raggiunti limiti d'età - circa il 32% dei professori ordinari delle aree di Scienze Fisiche, Ingegneria Civile e Architettura.

Dove vanno le matricole? I diplomati che decidono di proseguire gli studi sono in lieve calo: i dati provvisori del 2009/2010 parlano del 65,7% (-0,3% rispetto all'a. a precedente), cifra comunque lontanissima rispetto al 74,5% che si registrava nel 2002/2003. Ma ponendo l'attenzione su chi ha fatto un percorso di studi regolare, cioè i maturi diciannovenni, ci si accorge che l'università italiana li attrae sempre meno: negli anni 2003-2006 la cifra era attestata al 56%, nel 2007/2008 scendeva al 50,8% e nel 2009/2010 crolla sotto la "soglia psicologica" del 50% arrivando ad appena 47,7%. Negli ultimi otto anni le matricole sono calate drasticamente: da oltre 338mila nel 2003/2004 a 293.179 nel 2009/2010.

Im-mobilità internazionale. I programmi di scambio culturale attivati dagli atenei italiani, sia in ambito europeo che extra-europeo, registrano alcune note positive in un contesto, però, complessivamente piuttosto asfittico. Se è vero che nell'a. a. 2008/2009 sono aumentati i flussi "in" e "out" - vale a dire quelli relativi agli studenti stranieri che trascorrono un periodo di studio nel nostro paese e viceversa - bisogna evidenziare che soltanto 4 iscritti su 100 al biennio di laurea specialistica si recano all'estero, percentuale che crolla all'1% tra gli iscritti alla triennale.

C'è borsa e borsa. I fondi per le borse di studio sono diminuiti drasticamente (del 60% nel 2010 rispetto ai 246 milioni di euro nel 2009, ndr) e gli importi minimi delle borse di studio per l'a. a 2010/2011 sono stati pari a 4.701 euro per i fuorisede, 2.590 per i pendolari e 1.770 per gli studenti in sede. Non tutti gli idonei, però, ricevono il sussidio: la media nazionale è pari all'81,8%, con grandi differenze geografiche. In regioni del Centro-Nord come Veneto (88,4%) e Marche (88,5%) la quasi totalità degli aventi diritto ottiene la borsa. Nel Mezzogiorno, invece, i valori medi di copertura sono appena superiori al 60%: dal minimo del Molise (42,8%) al massimo della Sardegna (85,7%). Una spiegazione risiede nel fatto che proprio in queste regioni si concentra la maggior percentuale di idonei per reddito: ben il 44,5% del totale.

Alloggi col lanternino. Alla fine del 2009 i posti-alloggio messi a disposizione da parte degli Enti per il diritto allo studio sono quasi 38mila: un numero che è cresciuto negli ultimi anni, sicuramente anche per effetto del cofinanziamento ministeriale al 50% del costo delle nuove costruzioni. Tuttavia - come sottolinea il Cnvsu - rapportando gli alloggi disponibili al numero degli idonei alla borsa di studio, i dati evidenziano che in Italia appena il 22% degli aventi diritto ha ottenuto un posto-alloggio nell'a. a. 2008/2009. Una percentuale che scende drasticamente al 2,1% se si rapporta il numero dei posti disponibili al totale degli iscritti.