Famiglia Cristiana: di A.G. La Tecnica della Scuola, 11.1.2011 Duro editoriale del settimanale dei Paolini, che si schiera con i tanti disoccupati, uno su tre tra i 15 e i 24 anni, e gli studenti: l’unico ad ascoltarli mentre difendevano un loro diritto è stato Napolitano. Per loro, se non si cambia registro, si prospetta un futuro da precari a vita. Un duro attacco al Governo per la politica di trascuratezza nei confronti delle nuove generazioni, costrette ad un futuro di precari a vita. A formularlo sono i responsabili di Famiglia Cristiana, che, attraverso l'editoriale di apertura del numero in edicola questa settimana, sostengono che decisori politici non possono essere esenti da responsabilità se "nel Paese la disoccupazione è all`8,7 per cento" e "per i giovani cresce in modo esponenziale". "Nella fascia d`età tra i 15 e i 24 anni – continua la rivista dei Paolini - il 29,2 per cento è disoccupato: quasi uno su tre. Peggio al Sud. I migliori, poi, fuggono all`estero. E ora si spera di farli tornare con facilitazioni di piccolo ‘cabotaggio’". Quelle del Governo verso i giovani, sempre secondo Famiglia Cristiana, sarebbero solo "lacrime di coccodrillo" dopo averli "massacrati". Dopo gli studenti, anche la rivista cattolica sostiene che l’unica carica della Stato ad aver ascoltato realmente gli studenti, le loro rivendicazioni contro tagli e riforme, è stato il presidente della Repubblica. "C`è voluto un anziano e saggio presidente, come Napolitano, per far capire – sottolinea Famiglia Cristiana - che i giovani sono il nostro futuro, il futuro del Paese. Su cui investire. Con fiducia e nel dialogo. Non isolando e blindando il Palazzo, ma lasciandoli esprimere'. Pacificamente, come essi stessi vogliono. Difendono un loro diritto. Una speranza per l`avvenire. Quella che gli abbiamo ‘rubato' – conclude l’editoriale - rendendoli precari a vita". Precari, per intenderci, con contratti quasi sempre meno vantaggiosi di quelli firmati oggi dal personale scolastico a tempo determinato. |