SCUOLA
Istat: Italia arranca rispetto a Ue,
Poca spesa in istruzione, titoli di studio più
bassi ApCOM, 19.1.2011 Roma, 19 gen. (TMNews) - Dall'incidenza dell'istruzione sul Pil al titolo di studio conseguito più elevato, dai giovani con licenza media che non continuano a studiare alla partecipazione al sistema di formazione dopo il termine del periodo di istruzione: in fatto di risultati nel settore istruzione l'Italia è sistematicamente indietro rispetto alle medie dell'Ue a 27 ed è anche lontana dal raggiungere gli obiettivi comuni. Lo dice l'Istat nel rapporto 'Noi Italia 2011' presentato oggi.
In Italia, spiega il dossier nello specifico, l'incidenza sul Pil
della spesa in istruzione e formazione è pari al 4,6% (2008), valore
inferiore a quello dell'Ue 27 (5,2%). Circa il 46% della popolazione
in età compresa tra i 25 e i 64 anni ha conseguito come titolo di
studio più elevato soltanto la licenza di scuola media inferiore,
valore che - nel contesto europeo - colloca il nostro Paese distante
dalla media Ue27 (27,9% nel 2009). I dati relativi al 2009 sul
livello delle competenze, derivati dall'indagine Pisa promossa
dall'Ocse, mettono in luce un recupero rispetto al 2006 dello
svantaggio degli studenti 15enni italiani in tutte le 'literacy'
considerate, con punteggio nelle rispettive scale di valutazione
pari a quello medio Ue in lettura, superiore di 9 punti in
matematica e inferiore di 8 punti in scienze. La quota di giovani
(18-24enni) con al più la licenza media, che ha abbandonato gli
studi senza conseguire un titolo superiore, è pari al 19,2% e
colloca il nostro Paese in una delle posizioni peggiori nella
graduatoria Ue27 (media 14,4% nel 2009). Il 19% dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (o equivalente), quota cresciuta di 3,3 punti percentuali tra il 2004 e il 2009. Tale livello è tuttavia ancora molto contenuto rispetto all'obiettivo del 40% fissato da 'Europa 2020'. I giovani 'Neet' (Not in Education, Employment or Training), non più inseriti in un percorso scolastico-formativo, ma neppure impegnati in un'attività lavorativa, sono poco più di due milioni, il 21,2% tra i 15-29enni (anno 2009), la quota più elevata a livello europeo. Gli adulti impegnati in attività formative, un elemento considerato cruciale nella lotta contro l'esclusione sociale, sono il 6% del totale nel 2009, meno della metà rispetto al livello obiettivo da perseguire entro il 2010 secondo la strategia di Lisbona (12,5%). |