Era il 1901 e sembra oggi!

Piero Morpurgo, 9.2.2011.

Ernesto Ragionieri pubblicò nel 1969 Italia giudicata ovvero la storia degli italiani scritta dagli altri; l’opera raccoglieva una serie d’immagini con cui gli autori stranieri presentavano il nostro Paese. Il sistema scolastico italiano fu presentato da T. Bolton King e da T. Okey che scrivevano: “L’istruzione è il capitolo più triste della storia sociale italiana, un capitolo di penosa avanzata, d’indifferenza nazionale a un bisogno primario, di un ritardo presente /…/ un sistema vizioso ha tutto rovinato: la mancanza di consistenza nella legge o nella politica. Leggi, regolamenti e circolari ministeriali si urtano gli uni con gli altri, compromettendo ogni stabilità col disordinato loro contraddirsi”[1].

Era il 1901! Sembra oggi. Eppure l’immagine della Scuola italiana ha avuto momenti di grande prestigio. Nell’archivio storico del New York Times c’è un vero entusiasmo per il metodo Montessori. È il 7 dicembre 1913 e Maria Montessori è a New York e spiega che non basta insegnare a leggere, occorre stimolare la meditazione, bisogna seminare il pensiero e non limitarsi a far passare il vento delle lezioni, non occorrono esercitazioni, ma è necessario liberare il desiderio di scoprire del bambino[2]. Da New York i giornalisti furono inviati a Roma ad osservare l’educazione alla libertà e al gusto di sperimentare e narrarono dell’incredibile autocontrollo dei bimbi, delle lettere mobili, di un’attenzione che non si troverebbe tra gli adulti[3].

Di un entusiasmo per la Scuola italiana si fece portavoce “La Stampa” che l’ 8 maggio 1947 intervistò Maria Montessori che esaltava un metodo e una scuola dove gli scolari non debbono essere annichiliti[4]. Di quei sogni del passato oggi non c’è più traccia; anzi il quadro è fosco e la stampa internazionale ne traccia i drammatici contorni. Non molto tempo fa “The Guardian” aveva avuto modo di notare come la patria di Maria Montessori non sia oggi in grado di garantire strutture e materiali adeguati per le scuole[5].

Di recente il “New York Times” è ritornato sul tema denunciando come il sistema scolastico e universitario italiano abbandoni gli studenti: l’Italia è il peggiore mercato del lavoro per chi ha studiato con merito, l’Italia semina paura tra i giovani. Il quotidiano riporta il giudizio di Giuliano Amato che denuncia come “le vecchie generazioni abbiano divorato il futuro dei giovani” e sottolinea le amare parole di una brava studentessa italiana che è stanca di lavorare gratis per lo Stato e che così commenta la sua situazione: “Ho ogni possibile certificato, mi manca solo quello di morte”[6]. I lettori statunitensi sono rimasti sconcertati da una politica scolastica e universitaria fatta solo di tagli. Il “New York Times” se da un lato condivide la necessità di riorganizzare i percorsi universitari dall’altro sottolinea che le università italiane sono connotate da un sovraffoillamento insostenibile con una media di studenti per docente molto più alta del resto dell’Europa[7].

In Francia “Le Monde”, in un’inchiesta in cui si tratteggiano le aspettative e i sogni dei giovani nel mondo, colloca l’Italia come uno dei paesi in cui la speranza nel futuro e la fiducia nello Stato è tra le più basse: solo gli ungheresi, i greci e i giapponesi sono più pessimisti dei nostri studenti[8].

E per di più i giovani italiani non hanno alcuna fiducia nel Governo e nel Parlamento!

C’è un degrado culturale -spiega Stefano Rodotà a “El Pais”[9]- che è figlio di una cattiva politica: l’Italia es un laboratorio del totalitarismo moderno e per recuperare i danni inferti al sistema culturale italiano ci vorranno decenni[10]. In questi ultimi decenni sono state distrutte le speranze ed è stato offeso irremediabilmente il prestigio della cultura tornando a un lontano passato che era ostile alla diffusione dell’istruzione. “E così dolorosamente la nuova Italia non ha adempiuto ad un primario dovere. E la causa fondamentale sta nell’apatia o nell’ostilità delle classi medie governanti. Lo Stato è rimasto sordo ad ogni appello; e i comuni, sui quali ha riversato le sue responsabilità, fanno quanto possono per eludere un obbligo tedioso e dispendioso”. Era il 1901, sembra oggi.

Piero Morpurgo www.gildavi.it

 


 

NOTE

[1]  E. Ragionieri, Italia giudicata (1861-1945) ovvero la storia degli italiani scritta dagli altri, Bari 1969, Torino 1976, pp. 306-307.

[2]  http://query.nytimes.com/mem/archive-free/pdf?res=9B03EFDF1F3BE633A25754C 0A9649D946296D6CF

[3] http://query.nytimes.com/mem/archive-free/pdf?res=9E0DE0DD1E3AE633A2575 7C2A9679D946396D6CF

[4]  http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,
search/action,viewer/Itemid,3/page,0001/articleid,0041_01_1947_0107_0001_
24632037/anews,true/

[5]   http://www.guardian.co.uk/education/2008/oct/21/schools-italy?INTCMP=SRCH

[6]   http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9C06EFDC1038F931A3575
2C0A9679D8B63&scp=1&sq=lecce&st=nyt

[7] http://www.nytimes.com/2010/11/27/world/europe/27Italy.html?pagewanted=2&_r=2&sq=italian%20education&st=nyt&scp=1

[8] http://www.lemonde.fr/international/article/2011/01/21/a-quoi-reve-la-jeunesse-mondiale_1468116_3210.html#ens_id=1468623

[9] http://www.elpais.com/articulo/reportajes/Italia/laboratorio/totalitarismo/
moderno/elpepusocdmg/20101212elpdmgrep_5/Tes

[10] http://www.elpais.com/articulo/reportajes/Italia/laboratorio/totalitarismo/
moderno/elpepusocdmg/20101212elpdmgrep_5/Tes