BERLUSCONI

"La scuola pubblica non educa",
le parole del capo del governo

 il Sussidiario, 26.2.2011

BERLUSCONI SCUOLA PUBBLICA - Silvio Berlusconi è intervenuto oggi su vari temi e in differenti occasioni. E' intervenuto a voce e con messaggi scritti al congresso del partito repubblicano, a quello dei Cristiani Riformisti e al convegno dei giovani del Pdl. Al congresso dei cristiani-riformisti il capo del governo ha parlato di scuola: la scuola pubblica non educa, ha detto, e c'è il rischio che ai genitori possa essere impedito di scegliere per i figli una scuola privata, lasciandoli così in balia di insegnanti che non sono in grado di educare.

Sempre nel corso di questo intervento, Berlusconi ha parlato della sua scesa in campo nel 1994, definendola una missione contro il pericolo comunista, definito una "ideologia disumana". Ha poi detto che con il suo governo "non ci sarà mai un'equiparazione tra matrimoni tradizionali e unioni gay, così come non ci saranno adozioni per genitori single". Nel messaggio inviato ai giovani del Pdl che domani a Sorrento faranno una giornata di "riflessione politica", Berlusconi ha parlato della buona tenuta del governo: "Lo diciamo chiaramente: noi andiamo avanti e vinceremo la sfida della modernizzazione del nostro Paese, lo faremo grazie ai nostri valori e all’entusiasmo di tanti giovani che, come voi, vogliono un’Italia più libera. Sento il vostro sostegno e il vostro affetto. Il governo è saldo - aggiunge - e continuerà a lavorare per tutta la legislatura, fino al 2013, per completare il programma di riforme che è stato premiato dagli italiani nelle elezione del 2008". Infine l'intervento al congresso dei repubblicani. Sta cambiando lo scenario geopolitico e l'Italia ne è coinvolta - ha detto - Nessuno ha potuto prevedere quello che è successo in Libia e quello che è accaduto qualche settimana prima in Tunisia e in Egitto, e nessuno potrà prevedere cosa avverrà".

 "Speriamo che nei prossimi mesi sulla sponda nord del Mediterraneo ci possano essere stati più liberi, ma il rischio è di trovarci paesi che ci facciano fare i conti con l'integralismo islamico" ha ammonito il presidente del Consiglio. "Non possiamo restare spettatori, né l'Ue né noi. Sono desolanti le polemiche provinciali delle opposizioni in Italia sulla Libia e i piccoli tentativi di attaccare il governo su politiche che sono state sempre fatte da molto decenni", ha detto ancora il premier, aggiungendo che "l'opposizione con cui ci troviamo a doverci confrontare non ha mai rinunciato all'idea della spallata e alle trame di palazzo per ottenere i risultati che per altre strade non riescono ad ottenere". Ha lasciato il congresso con una battuta: "Grazie per questo applauso, vi inviterei tutti al bunga bunga ma resterete delusi".