La matematica? Si imparerà in inglese

RIVOLUZIONE CLIL. La novità sarà introdotta dalle quinte. Sono esonerati istituti professionali, elementari e medie che però potranno usarlo come sperimentazione. La riforma Gelmini prevede che alle superiori una materia extralinguistica a scelta dovrà essere insegnata in lingua straniera. Si inizierà dal 2012

  da L'Arena.it, 5.2.2011

I docenti che sono intervenuti alla presentazione del Clil. Nel Veronese si sono già resi disponibili in 206 FOTO MARCHIORI Gli studenti si dovranno rimboccare maniche. Ma prima di loro, toccherà agli insegnanti. Insieme alle rivoluzioni che la riforma Gelmini porta nei vari settori dell'istruzione, arriva anche un ciclone di nome Clil, ovvero «Content and language integrated learning» (Integrazione contenuto-linguaggio).

Di cosa si tratta? A partire dal 2012, secondo un calendario già fissato, una materia extralinguistica a scelta dovrà essere insegnata in lingua straniera. Ciò significa che il professore di storia o scienze, d'arte o chimica, dovrà tenere le lezioni in inglese oppure tedesco, e così via.

Questo è l'obbligo cui verranno sottoposti di tutti i licei e gli istituti tecnici, nel quinto anno. E per i licei linguistici, il Clil inizia già in terza. Sono esonerati dall'onere, invece, gli istituti professionali e i cicli scolastici inferiori, cioè elementari e medie. Fermo restando che anche questi, se lo desiderano, possono attivare la sperimentazione autonomamente.

Il Clil è stato al centro del seminario tenutosi ieri mattina all'istituto Marconi, alla presenza di circa 200 insegnanti delle scuole superiori. Al tavolo dei relatori, i dirigenti Giovanni Pontara dell'Ufficio scolastico provinciale e Gianna Miola dell'Ufficio scolastico regionale, Laura Donà del settore Interventi educativi, e l'ispettore tecnico di lingue straniere Gisella Langè. Con loro anche la docente Carmel Coonan di Ca' Foscari, Emanuela Trentin del Gruppo nazionale Clil e l'esperta di certificazione Sara Ellis.

«La parola d'ordine è internazionalizzare. L'innovazione della scuola non passa solo dalla modifica dell'orario. L'obiettivo è creare un modello di insegnamento di stampo europeo», esordisce Miola. «La riforma Gelmini introduce nella scuola una dimensione internazionale, da una parte attraverso scambi culturali, soggiorni di studio e stage professionali all'estero, e dall'altra con il Clil».

La sperimentazione vedrà come pioniere, nell'anno scolastico 2012/2013, le classi terze dei licei linguistici e, a seguire, le classi quinte degli altri indirizzi liceali e degli istituti tecnici.

I licei possono scegliere una lingua sostitutiva a scelta, mentre per i tecnici è d'obbligo l'inglese. In Italia, si stima che saranno circa 17mila le classi coinvolte.

Ma i professori come affronteranno la novità? Langè spiega che «l'insegnante "europeo" deve saper trasmettere con agilità sia la lingua sia il contenuto. I docenti, di ruolo o meno, che possiedono già una buona competenza linguistica, almeno di livello B1, possono aderire ai corsi Clil organizzati in collaborazione con il Centro linguistico dell'Università. E in un apposito percorso formativo vengono incanalati i giovani che ambiscono all'insegnamento. Per gli uni e per gli altri, alla fine, le competenze sono riconosciute dall'attestato Clil».

Domanda cruciale: ma ai professori chi glielo fa fare? «La certificazione Clil garantirà maggiori opportunità di ottenere una cattedra», risponde il dirigente Pontara. E forse arriverà pure una «valorizzazione economica».

«A Verona, abbiamo una buona risposta: 206 insegnanti, di cui 120 a tempo indeterminato, si sono detti disponibili a frequentare il corso Clil», aggiunge Pontara. «In realtà, l'insegnamento di una materia in lingua straniera si tiene già in alcuni istituti, come Agli Angeli. Altrove, come al Marco Polo, al Calabrese di San Pietro in Cariano o al Cota di Legnago, si utilizza la formula della compresenza con il docente di lingua. Modello escluso, però, dalla riforma Gelmini».