Il contributo per sostenere le gite dell’unità d’Italia: sei euro a testa
Lo studio del Risorgimento da Tuttoscuola, 28.2.2011 Fino all’anno scolastico 2003-04 i programmi di storia della ex-scuola elementare prevedevano nell’ultimo anno, come era sempre avvenuto per decenni, lo studio delle vicende del Risorgimento, disponendo che “In particolare saranno oggetto di approfondimento i fatti, gli avvenimenti, i personaggi che hanno contribuito a determinare le caratteristiche civili, culturali, economico-sociali, politiche, religiose della storia d'Italia, con specifico riferimento al processo che ha condotto alla realizzazione dell'unità nazionale, nonché alla conquista della libertà e della democrazia.” Dal 2004-05, con la riforma della scuola primaria, i programmi di storia sono cambiati non tanto nei loro contenuti quanto nella loro sequenza di studio. Da allora nella scuola primaria lo studio della storia arriva soltanto alle grandi civiltà dell'Antico Oriente, a quelle del Mediterraneo fino alla civiltà dell’antica Roma e al primo cristianesimo. Stop. Per risalire alla storia moderna e alle vicende dell’unità d’Italia, i nostri ragazzi devono aspettare di arrivare all’ultimo anno della scuola secondaria di I grado. A suo tempo su quella decisione si incrociarono consensi e dissensi, per una scelta motivata dal fatto che nel corso degli anni i ragazzi avrebbero ripetuto due o tre volte lo studio delle stesse vicende storiche (!?). Lo studio del Risorgimento arriva, dunque, con un ritardo di tre anni, rispetto a quanto avveniva prima; un ritardo che esclude da tale studio oltre 1,5 milione di studenti delle classi intermedie (l’ultima della primaria e le prime due della secondaria di I grado). I festeggiamenti dell’unità di Italia, le vicende risorgimentali, i luoghi e i personaggi celebrati in questo 150° costituiscono per loro quasi un mistero, un fatto inspiegabile, da cui la scuola li ha esclusi, anche se con molta enfasi a quei ragazzi si fa riferimento perché capiscano i valori della storia da cui è nata l’Italia unita. E non parliamo, poi, di nazismo, fascismo, shoa, foibe, colonialismo: altre misteri interdetti ai nostri adolescenti. |