SCUOLA

Milleproroghe: Ultimatum Napolitano,
è gelo col premier

Sono sempre "erogazioni liberali". Miur verifichi operato presidi

ApCOM, 22.2.2011

Roma, 22 feb. (TMNews) - Un monito severo arriva dal Quirinale al governo ed è fra i motivi della convocazione al Colle per Silvio Berlusconi, inaspettata fino a poche ore prima. Il richiamo che Napolitano lancia è sul 'Milleproroghe' e più in generale sul modo del governo di usare fiducie, decreti e maxi-emendamenti. Troppe norme "eterogenee" e "non coerenti" con la Costituzione aggiunte al testo originario; il monito è accompagnato da una sorta di 'ultimatum' all'esecutivo: "D'ora in avanti, di fronte a casi analoghi - dice il presidente - non potrò rinunciare ad avvalermi della facoltà di rinvio".

Il Cavaliere, spiega una nota del Quirinale, accoglie i rilievi del Colle. Ma è chiaro che, al di là della dovuta cortesia istituzionale, i rapporti, come è ormai da tempo, restano freddi. Berlusconi mantiene il profilo dialogante, in fondo, come esplicita poche ore dopo Umberto Bossi: "Per questa volta ci salviamo ancora...".

I rilievi di Napolitano, affidati a una lettera inviata al premier e ai presidenti di Camera e Senato, valgono per il decreto 'milleproroghe' ma non solo. Il capo dello Stato indica in più punti la necessità di rispettare il Parlamento, di non "comprimere" il suo ruolo, di non snaturare uno strumento come il decreto che deve rispondere a precisi requisiti di necessità e urgenza. E soprattutto non è possibile che un provvedimento 'lieviti' ben oltre il testo originario arrivando a contenere norme estranee alla materia stessa. In questo modo, insiste Napolitano, si "elude il vaglio preventivo spettante al presidente della Repubblica". Dunque non ci saranno 'deroghe', d'ora in poi decreti di questo genere verranno rinviati.

Per questa volta invece il presidente è "consapevole" che un rinvio potrebbe comportare "la decadenza delle disposizioni contenute nel decreto legge e di quelle successivamente introdotte in sede di conversione" ma sostanzialmente chiede comunque delle correzioni. Napolitano considera "possibile anche una almeno parziale reiterazione del testo originario del decreto-legge" e ribadisce che "non mancherebbero spazi, attraverso una leale collaborazione tra governo e Parlamento da un lato e fra maggioranza e opposizione dall'altra, per evitare che un decreto legge concernente essenzialmente la proroga di alcuni termini si trasformi sostanzialmente in una sorta di nuova legge finanziaria dai contenuti più disparati". Berlusconi nell'incontro al Colle ascolta dalla viva voce di Napolitano i rilievi, concorda, promette che il governo troverà una via d'uscita sul milleproroghe. vep/bac/aqu