Unità Italia

Dalla scuola un coro sì
per chiusura decisa da Cdm

Giungono apprezzamenti da presidi, studenti, genitori, sindacati
Studenti compatti: superate le logiche leghiste e divisionarie

ApCOM, 18.2.2011

Roma, 18 feb. (TMNews) - Il mondo della scuola accoglie positivamente la decisione presa oggi dal Consiglio dei ministri di varare un decreto legge attraverso cui si stabilisce che il 17 marzo sarà festa nazionale e per celebrare al meglio la ricorrenza dei 150 anni dall'Unità d'Italia gli istituti saranno chiusi: da presidi, studenti, genitori e sindacati la decisione è stata più volta sollecitata ed ora i primi commenti sono tutti positivi.

Ad iniziare dai dirigenti scolastici, molto duri contro la posizione del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, che si era detto favorevole a celebrare degnamente la ricorrenza ma in aula: Giorgio Rembado, presidente dell'Anp, l'Associazione nazionale presidi ed alte professionalità della scuola, ha oggi espresso "soddisfazione per quanto deciso dal Consiglio dei ministri, visto che avevamo chiesto la festa nazionale per il 17 marzo". Dello stesso parere si sono detti, compatti, tutti i sindacati di categoria.

Apprezzamenti per la decisione presa dal Cdm giungono anche dagli studenti, per i quali hanno parlato i rappresentanti di varie associazioni. Tra i più felici Andrea Moi e Gianfranco Manco dirigenti del Movimento studentesco Nazionale, autori nei giorni scorsi di una petizione per chiedere al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro dell'Istruzione proprio l'istituzione della festa nazionale con contestuale chiusura degli istituti scolastici.

"La nostra petizione - hanno oggi spiegato i due rappresentanti studenteschi - aveva ottenuto in meno di due giorni una vastissima partecipazione, decretando chiaramente che gli studenti italiani non intendono cedere di un passo quando si parla di identità nazionale. Finalmente, superando le logiche leghiste e divisionarie, si onora il senso di appartenenza alla nostra nazione".

Cantano vittoria anche i genitori: Davide Guarnieri, presidente nazionale dell'Age, Associazione italiana genitori, pur lamentando il ritardo inspiegabile "per delle decisioni che sarebbero dovute essere state prese, nei dettagli, già prima dell'inizio dell'anno scolastico", aveva pubblicamente chiesto al Governo di non "prendere decisioni difformi a livello nazionale, ma anche familiare: sarebbe un problema sei si decidesse di chiudere, ad esempio, le scuole ma non gli uffici ed i luoghi di lavoro. Le famiglie verrebbero messe di fronte ad un bel problema". Problema che ora, però, è stato superato.

Da più parti si chiede, infine, che la chiusura delle scuole diventi motivo di una solenne celebrazione nei luoghi più appropriati. Elena Donazzan, assessore regionale all'Istruzione del Veneto, ha auspicato che "che il 17 marzo sia un'occasione di festeggiare l'italianità in tutte le scuole: che vivano la giornata di chiusura come se fosse una lezione di quella nuova materia introdotta con la riforma che il nostro Governo ha voluto e che passa sotto il nome di 'Costituzione e cittadinanza'".

L'assessore veneto ha concluso: "mi piacerebbe che per gli studenti partecipanti alle iniziative, che mi auguro accompagnati dai docenti più attenti e motivati, fossero previsti dei crediti formativi".