Una provincia o quattro?

Davide Pasqualetto, 16.2.2011

L’emendamento al milleproroghe riguardante le graduatorie, approvato al Senato e in corso d’approvazione alla Camera, ha determinato una situazione di grande confusione, su di un argomento già di per sè complesso.
Infatti, tale emendamento prevede che, contrariamente a quanto previsto sino a poche settimane fa, le graduatorie ad esaurimento vengano congelate per un anno, invece d’essere rinnovate.
Tuttavia, in virtù della sentenza della Corte Costituzionale, che ha eliminato l’articolo della legge approvata un anno e mezzo fa che blindava le code per il biennio che sta per finire (2009-2011), prevedendo l’eliminazione delle code stesse dal 2011 e il ritorno al trasferimento di provincia, è stata inserita nell’emendamento la frase "fatti salvi gli adempimenti conseguenti alla declaratoria di illegittimità costituzionale".
Gli effetti, però, di tale frase non sono chiari. Si possono proporre due interpretazioni:

- le graduatorie verranno congelate e saranno eliminate le code, pertanto rimarranno solo le province scelte nel 2007 (provincia unica blindata);

- le graduatorie verranno congelate, ma i docenti in coda saranno inseriti a pettine in tutte e quattro le province scelte (quattro province a pettine).

In quest'ultimo caso, le graduatorie del nord sarebbero sconvolte, senza contare che le operazioni di nomina assumerebbero contorni biblici, con una confusione colossale: sarebbe difficile, infatti, gestire le nomine su quattro province con tutti gli aspiranti inseriti a pettine.

Com’è risaputo, è stata la Lega Nord a proporre tale emendamento: chi scrive (favorevole o al trasferimento in un’unica provincia o, al limite, al congelamento delle graduatorie ma con l’eliminazione delle code) spera vivamente che il senatore che ha proposto la proroga delle graduatorie abbia agito a ragion veduta; altrimenti, l’azione della Lega, oltre che a rendere ingestibile il sistema, sarebbe fortemente anti-settentrionale, e ciò apparirebbe quanto meno schizofrenico da parte di un partito regionalista come il Carroccio.

A mio parere, nel caso in cui nel MIUR permanessero dei dubbi sull’effettiva interpretazione della sentenza della Consulta (eliminazione delle code in quanto tali oppure inserimento a pettine di coloro che erano in coda?), sarebbe meglio non rischiare uno scenario con quattro province a pettine, e forse sarebbe auspicabile, e meno rischioso, ribadire quanto disposto alla fine del 2009, ossia il ritorno al buon vecchio trasferimento di provincia (unica).
In medio stat virtus, dicevano i latini, e non solo loro.

La situazione è pertanto molto confusa e lungi dall’essere chiarita, anche perché il Ministero tace le proprie intenzioni, non si sa se per motivi tattici o perché, come detto, incerto sull’interpretazione della Corte Costituzionale.

 

Davide Pasqualetto