DIRITTO di CRONACA Supplenti del sud anche al nord
La sentenza della Corte Costituzionale boccia la
norma della Gelmini. Flavia Amabile La Stampa, 10.2.2011 I supplenti meridionali potranno chiedere il trasferimento nelle scuole del nord. Ovviamente anche il contrario, anche se meno frequente. E’ la Corte Costituzionale, a bocciare le regole del ministero dell'Istruzione che invece prevedevano di inserire in fondo alle graduatorie chi non apparteneva alle province di riferimento indipendentemente dal punteggio. L'Italia è una sola e i titoli di studio hanno lo stesso valore in tutto il territorio nazionale, spiega la Consulta. Eppure il ministro Gelmini aveva accolto nel 2009 una proposta della Lega che blindava a favore dei residenti anche con un punteggio minimo le liste in caso di trasferimento da una provincia all’altra. Dopo due anni di battaglie nei tribunali da parte dell’Anief, un’associazione di categoria dei precari della scuola, è arrivata la vittoria definitiva. «Sarà inevitabile rifare le graduatorie e stiamo preparando un emendamento da inserire nel milleproporoghe che, rifatte le graduatorie, congeli il meccanismo», annuncia il capo dipartimento del ministero della Pubblica Istruzione Giovanni Biondi. «Rispettiamo la sentenza - prosegue Biondi - ma quello che non è stato valutato approfonditamente nella sentenza è che queste sono graduatorie ad esaurimento, quindi il principio del merito che viene invocato nella sentenza vale per graduatorie dinamiche in cui un insegnante può poter aggiornare i suoi titoli continuamente». Almeno 15 mila precari possono reclamare ora ruolo e cattedra. La sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il provvedimento perché viola l’articolo 3 della Costituzione. La «querelle» sulle graduatorie va avanti da parecchio. Un paio di anni fa l’associazione Anief ha fatto ricorso contro l’inserimento in coda dei docenti che cambiano provincia, ma poi il Parlamento, in sede di conversione del cosiddetto salva-precari, ha votato una norma voluta dal ministro Gelmini che lo reinserisce. La questione è passata al Tar che ha bocciato la norma perchè anticostituzionale. Di qui il ricorso alla Consulta. La sentenza - commenta Mariangela Bastico, senatrice del Pd, pone fine «ad un intreccio di norme poco trasparenti e inique con le quali il ministro Gelmini, dopo aver effettuato insostenibili tagli sulla scuola, ha cercato di governare il reclutamento degli insegnanti». Gli effetti - commenta Tonino Russo, deputato Pd, saranno «devastanti». «L’amministrazione - spiega il deputato - sarà costretta ad assumere tutti quei docenti che, collocati in coda, nelle graduatorie aggiuntive, si sarebbero trovati in posizione utile per l’immissione in ruolo». A questo punto, dichiara il presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico: «il ministro Gelmini dovrebbe prendere atto di non essere stata capace di gestire le graduatorie del personale docente, dovrebbe assumersi la responsabilità di aver creato un profondo danno erariale alle casse dello Stato e sanare la posizione dei ricorrenti aventi diritto, senza nulla togliere ai docenti già individuati nei contratti, come da prassi corrente». Il prossimo obiettivo del sindacato, annuncia l’Anief, sarà la stabilizzazione dei supplenti docenti e ATA che hanno conseguito tre anni di servizio nel rispetto della normativa comunitaria, di tutelare i docenti di ruolo che hanno avuto bloccato per due anni gli scatti biennali di anzianità, e di ripristinare il rispetto delle relazioni sindacali. |