Nuovo codice dell'Amministrazione digitale di Anna Maria Bellesia La Tecnica della Scuola, 5.2.2011 Anche la scuola si deve adeguare, allo scopo di migliorare la comunicazione con i cittadini. Il 25 gennaio scorso è entrato in vigore il nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale, che regola i rapporti fra il cittadino digitale e la Pubblica Amministrazione elettronica (scuole comprese ai sensi del Dlvo 165/2001, art.1). Nell’era delle ICT (Information and Communication Technology), i diritti riconosciuti a cittadini ed imprese si allargano e si adeguano, tanto da parlare di e-Government e di e-Partecipation, ovvero del diritto a “richiedere ed ottenere” l’uso delle tecnologie telematiche nelle comunicazioni con le pubbliche amministrazioni, una accessibilità ai servizi più ampia possibile, l’alfabetizzazione informatica dei cittadini a rischio di esclusione, e una “maggiore partecipazione al processo democratico e per facilitare l’esercizio dei diritti politici e civili sia individuali che collettivi”. L’aggiornamento del “vecchio” CAD, il Dlvo 82/2005, si era reso necessario per stare al passo con l’evoluzione tecnologica. La regolazione normativa riguarda in particolare la validità giuridica e la conservazione dei documenti informatici, l’utilizzo della PEC, che riceve il massimo impulso, con relativo protocollo informatico e fascicolo elettronico per ogni procedimento, l’obbligo di pubblicare on line la modulistica e di consentire i pagamenti elettronici. Le novità previste dovranno essere recepite secondo un “cronogramma” ben preciso. Entro tre mesi, diventa obbligatorio utilizzare la PEC per tutte le comunicazioni che richiedono una ricevuta di consegna ai soggetti che preventivamente hanno dichiarato il proprio indirizzo elettronico. Entro quattro mesi, bisogna individuare un unico ufficio responsabile dell’attività ICT. Entro dodici mesi saranno emanate regole tecniche per la piena validità alle copie cartacee e digitali dei documenti informatici. Tempo quindici mesi per predisporre i piani di emergenza per la sicurezza digitale e il ritorno alla normale operatività in caso di eventi disastrosi. È chiaro che l’implementazione del CAD richiede alle pubbliche amministrazioni un notevole lavoro sul piano organizzativo e della formazione. Il ministro Brunetta ne è consapevole, facendo ogni sforzo per collegare la riforma del CAD al Dlvo 150/2009 sulla produttività del lavoro e la premialità connessa alla valutazione della performance, per i dirigenti in primo luogo. Sanzioni in vista insomma, ma solo nei casi di inerzia patologica, dice il ministro. La dematerializzazione è sì un obbligo, ma soprattutto una “opportunità” in termini di maggiore efficienza, convenienza e risparmi. Le amministrazioni virtuose potranno utilizzare quanto risparmiato per il finanziamento di progetti di innovazione e per l’incentivazione del personale in essi coinvolto. Come misura di accompagnamento è stato approntato un poderoso piano di comunicazione, che prevede aggiornamenti continui tramite e mail, corsi a distanza, opuscoli, convegni e una task force a disposizione, con l’ausilio di DigitPA e di Formez. |