Cessazioni dal servizio: sono 35mila R.P. La Tecnica della Scuola, 19.2.2011 Forse potrebbero annullare in larga misura gli effetti dei tagli previsti per il 2011/2012, almeno per quanto rguarda il personale docente. Resta critica invece la situazione del personale Ata: ci saranno 7mila cessazioni dal servizio ma quasi 15mila posti in meno. Sono poco meno di 35mila le domande di cessazione dal servizio presentate quest’anno dal personale della scuola: 27.400 sono le richieste dei docenti e 7.300 quelle del personale ATA. Il dato, divulgato in queste ore dalla Associazione Professione Insegnante, è quello fornito dal Ministero nel corso degli incontri con i sindacati in materia di organici. I numeri potrebbero in qualche misura tranquillizzare i docenti precari perché in sostanza pareggiano le riduzioni di organico previste dalla terza tranche di tagli del Piano programmatico. La distribuzione delle cessazioni dal servizio fra le diverse regioni è grosso modo commisurata alle dotazioni organiche: il maggior numero di cessazioni si registra in Campania (3.800 docenti e 1.000 Ata); seguono a ruota la Lombardia e la Sicilia rispettivamente con 4.000 e 3.800 cessazioni. Con più di 3.000 unità di uscite dal lavoro ci sono anche il Lazio (3.400) e la Puglia (3.200). In Calabria se ne andranno in 2.100, esattamente come in Toscana; in Piemonte e in Veneto si parla di 2.000 uscite; 1.700 cessazioni si registrano in Emilia-Romagna. Nelle altre regioni i numeri sono decisamente inferiori. Il valore più basso si registra ovviamente in Molise che è anche la regione con l’organico più ridotto: le uscite riguarderanno poco più di 210 insegnanti e 60 Ata. Va precisato che questi sono i dati relativi alle domande presentate che potrebbero non corrispondere esattamente con le cessazioni effettive (in alcuni casi, le domande potrebbero essere ritirate in mancanza dei requisiti necessari per accedere al trattamento pensionistico). Ma, grosso modo, il dato complessivo non varierà in modo significativo. Nelle prossime settimane i numeri riferiti alle singole regioni dovranno essere messi a confronto con l’entità dei “tagli” e a quel punto si potrà capire se le riduzioni di organico programmate per il 2011/2012 potranno essere riassorbite almeno in parte o se creeranno esuberi fra il personale di ruolo. |