Guida alla nuova manovra, pensioni fino a 1400 euro salve da Quotidianamente.net, 11.12.2011 Estratti conto più cari Gli ultimi ritocchi dell’esecutivo e della maggioranza alla manovra che dovrebbe assicurare il pareggio di bilancio nel 2013 prevedono anche una modifica delle imposte di bollo sugli estratti conto annuali di conti correnti bancari. Saranno decisamente più care sui rapporti bancari intestati alle società e sulle attività finanziarie, per le quali salta, dal 2013, il tetto di 1.200 euro inizialmente previsto dal decreto che aveva istituito un prelievo dello 0,15%, mentre verranno abolite per alcune categorie di correntisti. Il bollo sugli estratti conto annuale per le persone giuridiche sale infatti da 73,8 a 100 euro, con un aumento di 26,2 euro. L’imposta di bollo resta ferma a 34 euro per gli estratti sui conti correnti ed i libretti di risparmio che hanno una giacenza media superiore ai 5 mila euro, ma sparirà del tutto per i conti di deposito con giacenze inferiori a quella cifra. «Se facciamo la lotta all’evasione con i limiti all’uso del contante, e chiediamo alle banche di non applicare le commissioni, quest’imposta di bollo non possiamo mantenerla» ha spiegato il sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani. La scure sui doppi incarichi In silenzio, tra le decine di commi modificati, l’emendamento porta in dote alla manovra anche una nuova norma che rischia di essere pesantissima per alcuni grand commis di Stato. D’accordo con il governo, il Pd e il Pdl, i due relatori, Leo e Baretta, hanno fatto introdurre nel testo dell’emendamento anche il tetto allo stipendio di chiunque abbia rapporti di lavoro con lo Stato e soprattutto il divieto dei doppi incarichi remunerati, nell’amministrazione pubblica, per i magistrati e i consiglieri di Stato. Gli stipendi non potranno essere superiori a quelli del primo presidente di sezione della Cassazione, che significa comunque un bell’assegno da 260-270 mila euro l’anno. E nel tetto andranno computati, cumulandoli, tutti i compensi ricevuti, anche quelli derivanti da più incarichi ricevuti nel corso dell’anno. La vera batosta, però, è il nuovo regime cui vengono sottoposti i magistrati ordinari, amministrativi, militari e contabili, nonché gli avvocati e i procuratori dello Stato: non potranno ricevere, a titolo di retribuzione o di indennità per l’ulteriore incarico ricoperto nella pubblica amministrazione, ma anche soltanto per il rimborso delle spese, più del 25 per cento dell’ammontare complessivo del trattamento economico percepito dall’amministrazione di appartenenza.
Liberalizzazioni
ok, non per i taxi
Rivalutazione di tutte le pensioni fino a 1.400 euro al mese, uno scalino più morbido per le uscite anticipate di chi avrebbe avuto i requisiti pre-riforma nel 2012, alleggerimento dell’Ici sulla prima casa in funzione del numero di figli conviventi, ma anche un prelievo del 15% sulle pensioni d’oro, più tasse sui capitali scudati, sugli immobili e le attività finanziarie all’estero, sugli estratti conto annuali dei depositi bancari oltre i 5 mila euro. Queste le principali modifiche apportate ieri sera al decreto per la correzione dei conti pubblici con un emendamento del governo che contiene, a sorpresa, una vera e propria bomba, con lo stop ai doppi incarichi di magistrati e consiglieri di Stato e il tetto allo stipendio dei dipendenti pubblici a 260-270 mila euro l’anno. L’emendamento presentato ieri sera dall’esecutivo alla commissione Bilancio della Camera, concordato con la maggioranza grazie al «ponte» con i partiti assicurato dai due relatori, Maurizio Leo (Pdl) e Pierpaolo Baretta (Pd), sposta circa 2 miliardi sui 33 complessivi della manovra. Si alleggerisce la stretta sulle pensioni e la tassa sulla prima casa, mentre vengono inasprite quelle sui grandi patrimoni, con la revisione completa della nuova imposta sui capitali scudati, che non sarà più una tantum, ma strutturale.
Salvo l’80% delle
pensioni L’emendamento interviene anche sui requisiti per le pensioni anticipate, che vengono addolciti per chi era quasi pronto a lasciare il lavoro e avrebbe subito un allungamento dei tempi eccessivo. Così, in «via eccezionale», i lavoratori dipendenti del settore privato che matureranno i requisiti nel 2012 secondo le vecchie regole potranno andare in pensione anche con 35 anni di contributi e 64 anni di età. C’è una limatura anche per rendere meno traumatico l’aumento dell’età per la pensione di vecchiaia delle donne: possono ancora uscire a 60 anni se entro fine 2012 maturano un’anzianità contributiva di almeno 20 anni. Chi andrà in pensione prima dei 62 anni avrà poi una riduzione percentuale pari a 1 punto, e non più 2, dell’assegno del primo anno di pensione anticipata rispetto ai 62 anni, che torna a 2 punti «per ogni ulteriore anno di anticipo rispetto ai due anni». Aumenta ancora, invece, l’aliquota contributiva per i lavoratori autonomi. Da gennaio scatta un aumento dell’ 1,3% (doveva essere lo 0,3%) , per salire dello 0,45% l’anno e arrivare all’aliquota a regime del 24% (non più del 22%) nel 2018. Ecco l’Ici formato famiglia Arriva una sorta di quoziente familiare per il pagamento della nuova imposta municipale sugli immobili che rappresentano la casa di abitazione. Ferma restando l’aliquota (0,4% sul valore catastale, dato dalla rendita rivalutata e moltiplicata per 160), viene ridotta la detrazione forfettaria, da 200 a 170 euro, ma viene introdotta una nuova detrazione specifica per i figli. Per ciascuno di essi, convivente e di età fino a 26 anni, sarà infatti concesso un bonus di 50 euro, per un massimo di 200 euro, a prescindere dal reddito. Rispetto alla vecchia versione del decreto, in buona sostanza, l’Imu sulla prima casa sarà più incisiva per i single e le coppie senza figli, ma molto più leggera per le famiglie numerose.
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