Il ritorno dei concorsi per docenti, di A.G. La Tecnica della Scuola, 20.12.2011 L’ottimismo espresso dal ministro Profumo sulle 25.000 assunzioni l’anno, la metà rivolte ai vincitori di concorso, si deve scontrare con diversi fattori contrari, come l’innalzamento dell’età pensionabile e la ricollocazione coatta di migliaia di soprannumerari. C’è poi il problema dei tantissimi precari in lista di attesa. Sono molte le riserve che i sindacati hanno posto nei confronti del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, dopo il suo annuncio di voler tornare a bandire, dopo ben 13 anni, i concorsi che diano l’accesso diretto al ruolo della docenza. Il timore delle organizzazioni sindacali è che il Ministro si sia fatto prendere dell’entusiasmo, facendo riferimento a 300mila attuali precari che andrebbero a concorrere per 12.500 posti l’anno (altrettanti andrebbero assegnati tramite le attuali graduatorie ad esaurimento), senza prendere in considerazione i tanti nodi ancora da sciogliere sulle assunzioni: innalzamento dell’età pensionabile e ricollocazione obbligatoria di migliaia di soprannumerari sono, tanto per fare un esempio, delle componenti che potrebbero rendere risibile il numero di posti da assegnare per i prossimi ruoli. Prevedere che ogni anno vadano in pensione 25mila attuali docenti può quindi non essere del tutto realistico. E poi c’è la questione dei precari. Che reclamano a gran voce una corsia preferenziale. Secondo Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, “prima serve una ricognizione sui posti disponibili e l'avvio di un confronto. Da un lato - ha detto il sindacalista pugliese - il nuovo meccanismo sulle pensioni allontana le uscite dal lavoro, dall'altro ho l'impressione che i tagli previsti dalla legge 133 non siano stati realizzati ancora del tutto e dunque è forte il rischio che si sforbici ancora. Bisogna vedere dunque la situazione reale, vanno aggiornate le classi di concorso e capire come mettere in campo un piano pluriennale di assunzioni”. Scettico anche Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola: “sul reclutamento dei docenti occorre muoversi con equilibrio e con decisione. Più che estemporanee sortite sulla stampa – ha detto con una certa durezza Scrima - servono progetti chiari su cui aprire al più presto un serio confronto. Il tavolo su reclutamento e precariato, che il Miur si è impegnato pochi giorni fa ad avviare, è per noi la sede giusta per ragionare in termini un po’ meno vaghi sui concorsi, sulle modalità e sui tempi del loro svolgimento. Altrettanto indispensabile è proseguire nell’attuazione del piano triennale di assunzioni”. Massimo Di Menna, leader Uil scuola, suggerisce invece a Profumo “tre cose: pubblicizzare il numero dei posti disponibili per materia e per regione; dare attuazione al piano triennale di assunzioni sulla base delle graduatorie permanenti; incontrare i sindacati per verificare le procedure migliori da seguire”. Prudenza viene espressa anche da Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, secondo cui “bandire un concorso a cattedre è una buona notizia, ma a patto che prima vengono inserite nelle graduatorie ad esaurimento gli oltre 20mila che hanno svolto corsi Ssis negli ultimi anni. Tra i titolo preferenziali del concorso – ha sottolineato il sindacalista dell’Anief – dovrebbero essere considerate le abilitazioni, i titoli professionali e le specializzazioni”. Anche alcuni politici hanno voluto dire la loro sulle dichiarazioni di apertura verso i maxi-concorsi da parte del neo responsabile del Miur. Antonio Rusconi, capogruppo in Commissione Istruzione a Palazzo Madama, ha accolto positivamente “l'intervento del ministro Profumo che, finalmente, lancia un messaggio positivo ai giovani laureati e sottolinea che fare l'insegnante è una professione importante per il nostro paese: è importante che il ministro abbia detto che bisogna fare di più e presto e che la scuola italiana – ha concluso Rusconi - può migliorare anzitutto investendo nella capacità e nella professionalità della classe docente”. Per Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Pd, è condivisibile "la necessità di riaprire i concorsi nella scuola pubblica, soprattutto per quelle classi di concorso matematiche e tecnico scientifiche di cui sappiamo saranno esaurite le graduatorie in ben 64 province nei prossimi tre anni"; se si vogliono però aiutare i giovani candidati all’insegnamento occorre anche avere il coraggio di "passare all'organico funzionale e legare formazione iniziale e nuovo reclutamento". |