Paritaria: pubblica o privata? da Tuttoscuola, 12.12.2011 La presa di posizione della regione Veneto sulle scuole dell’infanzia paritarie ha richiamato l’attenzione, ancora una volta, su questo settore scolastico che continua ad oscillare tra il pubblico e il privato con una cronica incertezza sulla sua natura che va al di là della chiara affermazione legislativa. Alcuni mesi fa l’ex-sottosegretario Giovanardi fu al centro di una querelle sul termine “pubblico” assegnato alle scuole paritarie, quando venne criticato dall’opposizione che gli ricordava che la legge 62/2000 aveva riconosciuto la natura di servizio pubblico anche alle scuole private riconosciute paritarie. Giovanardi, però, non guardava alla forma ma alla sostanza del problema e aveva probabilmente ragione nell’affermare che la scuola paritaria viene considerata non pubblica. Ed è un dato certo che le forze di sinistra, fuori dal Parlamento, quando parlano di difesa del sistema scolastico pubblico non si riferiscono anche alle scuole paritarie. Anzi. Lo stesso governatore del Veneto, Zaia, nell’annunciare l’impugnativa della legge di stabilità davanti alla Consulta, ha portato i dati dei bambini iscritti alla scuola dell’infanzia paritaria (68%) contrapponendoli a quelli della scuola “pubblica” (32%). L’equivoco (spesso accompagnato da ipocrisia e strumentalità) continua, dunque, anche a livello istituzionale, confermando come nella accezione comune e nella opinione della gente, dopo oltre dieci anni dal varo della legge 62/2000 sulla parità, non sia ancora stato acquisito il valore effettivo della parità scolastica come riconoscimento di servizio pubblico. Le cause di questo equivoco di fondo sono molte, a cominciare dal fatto che il rapporto tra Stato e scuole paritarie sembra esaurirsi tutto nella (dolorosa) questione del contributo finanziario annuale. Una prova di come anche l’Amministrazione considera le scuole paritarie come “figlie di un dio minore”, è dimostrata dal fatto che, quando vengono forniti dati sul sistema scolastico nazionale (esami di Stato, iscrizioni, alunni disabili, ecc.), i numeri parlano quasi sempre soltanto del settore statale. Si potrebbe cominciare da questa operazione “trasparenza” a dare una prima forma di dignità alla pari a favore delle scuole non statali. Come ha dichiarato a Tuttoscuola, a margine dell’Assembela Nazionale della Fidae, il presidente Don Francesco Macrì “la parità scolastica rimane il grande capitolo aperto che la Fidae insieme a tutte le altre organizzazioni, deve ancora riuscire a risolvere prima che tutto diventi irreparabile”. |