Sciopero del 19 dicembre, di A.G. La Tecnica della Scuola, 21.12.2011 Sono dati ufficiali della Funzione Pubblica su due terzi degli istituti. Per il comparto istruzione non è un flop, ma nemmeno un bel segnale di compattezza contro l’operato del Governo. E c’è pure chi è andato peggio: all’Università si è fermato appena il 4,8%.
Nel comparto scuola non ha superato la soglia dell’8 per cento lo
sciopero del 19 dicembre indetto da Cgil, Cisl e Uil, a cui si sono
aggiunte le altre sigle più rappresentative del settore (Snals e
Gilda). A comunicarlo, all’indomani della mobilitazione contro la
manovra Monti “salva-Italia”, è stato il dipartimento della Funzione
pubblica, sulla base dei dati pervenuti dai due terzi delle
strutture pubbliche. Inutile quindi pensare che la modesta adesione sia legata formula. Va ricercata in altri fattori. Come il disamore che negli ultimi anni serpeggia, a seguito dei tagli incessanti di risorse e stato sociale, tra una fetta non indifferente di personale quando si parla di politica e di sindacato. Come il blocco degli stipendi, che ha di fatto reso economicamente sempre più sacrificante la decisione di scioperare. Come la spaccatura delle organizzazioni sindacali, solo da qualche giorno rientrata, che ha reso sempre meno convincenti le loro tesi prodotte dai sindacati. Un ridimensionamento, d’altronde, non solo d’immagine se si pensa che a distanza di 30 anni viene messo in discussione l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, uno dei baluardi legislativi, voluto proprio dai sindacati, nato per difendere i lavoratori dallo strapotere dei datori di lavoro. |