I Tfa nel limbo da Tuttoscuola, 19.12.2011 Alla vigilia della conclusione della sua esperienza di governo Mariastella Gelmini aveva cercato di sbloccare in extremis la spinosa questione dei TFA (Tirocini Formativi Attivi), mediando tra la spinta espansiva degli Atenei (disponibili ad attivarne oltre 26.000) e quella restrittiva degli uffici ministeriali - del Miur ma anche del Tesoro - che stimavano il fabbisogno delle scuole in meno di 13.000. La sua proposta era stata alla fine quella di mettere a bando 23.000 posti, aumentando di molto soprattutto quelli destinati alle cattedre di scuola secondaria superiore, addirittura triplicati rispetto al fabbisogno accertato. Troppi, anche tenuto conto delle esigenze di docenti abilitati manifestate dalle scuole paritarie. Dopo un’iniziale resistenza, Gelmini aveva finito per cedere alle pressioni degli ambienti accademici, che avevano ricevuto un forte sostegno anche da influenti esponenti del Pdl come Maurizio Lupi e Mario Mauro. Ma per perfezionare la procedura mancavano, a quanto pare, le firme dei ministri del Tesoro e della Funzione pubblica ed erano insorti dubbi sui contenuti delle prove di ammissione, mentre i sindacati avanzavano obiezioni sui costi dei corsi e sulla reale spendibilità dei titoli.
Una situazione confusa, che avrebbe indotto il nuovo ministro a
prendere tempo per comprendere meglio i termini della questione.
Profumo sarebbe preoccupato (come inizialmente anche Gelmini)
soprattutto dal rischio che un numero eccessivo di abilitati
‘aggiuntivi’ faccia crescere il già cospicuo esercito di aspiranti
all’insegnamento (tra cui quelli inseriti nelle graduatorie a
esaurimento) destinati ad essere delusi e a galleggiare tra
precariato e disoccupazione. Ma intanto tutto si è fermato, mentre
in alcune province e classi di concorso le graduatorie a esaurimento
si sono… esaurite |