Profumo non molla il doppio incarico

Il neo ministro all’Istruzione non intende lasciare la poltrona di presidente del Centro delle ricerche. Al vaglio l’escamotage per riservarsi il posto una volta terminato il compito di governo.

Lo Spiffero, 10.12.2011

Di lasciare la presidenza del Cnr non ne vuole proprio sapere. Ha già dovuto mollare quelle da consigliere di amministrazione in Pirelli e in Telecom, per non dire della carica di rettore del Politecnico di Torino. Francesco Profumo sta puntando i piedi per mantenere il doppio incarico: ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e numero uno del più importante centro nazionale di ricerche. E a chi gli fa notare che l’incompatibilità è prevista dalla legge – per esattezza dai commi 3 e 4 dell’art. 2 della 215/2004 – replica che occorre trovare una soluzione poiché lui non intende affatto rinunciare alla poltrona di piazzale Aldo Moro.

Il professore teme di restare a piedi una volta terminato il suo mandato governativo? Ha scarsa fiducia sulla durata dell’esecutivo di “salute pubblica”? Non è dato a sapere, fatto sta che non intende mollare l’osso. Non demorde neppure davanti all’impraticabilità dell’escamotage che si racconta abbia escogitato in un primo tempo per aggirare la norma: autospensione (senza emolumenti) dal Cnr con la garanzia che una volta cessato l’incarico a viale Trastevere possa rientrare nell’esercizio delle sue funzioni (e gestire il miliardo di ero l’anno dell’ente). Pare che ne abbia parlato direttamente con il premier, ricevendone in cambio la promessa di un approfondimento. Dal cilindro di Monti uscirà un interim per il vice? O si provvederà a resuscitare la cinquina dalla quale la Gelmini estrasse il nome del professore torinese? Oppure, per prendere ulteriormente tempo, il neo ministro avvierà da capo la procedura per la sostituzione di se stesso, in attesa di capire l’epilogo del governo?

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