Una
vita da precari.
Lettera aperta al ministro
Francesco Profumo
Pennetta Maria Filomena, 28.12.2011
Mancano pochi giorni alla fine di questo 2011… giorni di festa, da
passare in famiglia… ma quali feste per i precari della scuola? Da
anni bistrattati, dimenticati, ignorati, giudicati da qualcuno la
parte più vergognosa del Paese. Da anni merce di scambio fra
governi, patata bollente che i partiti politici si passano come una
palla… ma noi altro non siamo se non il prodotto di scelte politiche
ben precise che hanno mirato a mercificarci a strumentalizzarci e
nella migliore delle ipotesi ignorarci. Per noi non c’è Natale, non
ci sono vacanze estive c’è solo l’attesa spasmodica delle nomine,
per elemosinare quello che di diritto ci spetta… abbiamo
professionalità, titoli, specializzazioni e tanta tanta esperienza…
ma questo sembra non bastare. Negli ultimi anni su di noi e sulla
scuola pubblica si è abbattuta una scure che, senza logica e senza
morale, ha tagliato, nell’ottica del bieco risparmio, senza
minimamente pensare al futuro e al benessere della scuola pubblica…
già la scuola pubblica questa sconosciuta per i nostri ministri e
per il nostro governo…
Ma cosa peggiore, tutti i governi hanno disatteso non solo le nostre
speranze, ma quello che loro stesso avevano promesso… così
violentati nell’animo abbiamo trascorso il miglior tempo della
nostra vita… aspettando che qualcuno si accorgesse seriamente del
problema… ma l’attesa è stata vana… Ma adesso è arrivato il momento
di chiedersi: perché siamo stati ignorati e bistrattati in tutti
questi anni? Amiamo il nostro lavoro, lo facciamo con dedizione e
consapevolezza… allora che cosa c’è che non va in noi? Per quale
motivo, la nostra classe politica non accenna minimamente al
problema della nostra stabilizzazione e, quando lo fa, se ne esce
fuori con proposte assurde che non fanno altro che umiliarci ancora
di più?
Egregio Ministro Profumo, Lei parla di bandire nuovi concorsi per il
reclutamento di docenti, e tutto questo in base al principio della
trasparenza. Ma quale trasparenza può esserci in un concorso? La
trasparenza la trova chiedendo i nostri certificati di servizio,
chiedendo come e con che spirito svolgiamo il nostro lavoro… un
bravo insegnante, caro ministro non lo si misura certo da mere
cognizioni, un bravo insegnante è colui che in una classe riesce a
trovare la chiave di volta, quella chiave che ci permette di
arrivare a comprendere ogni nostro alunno, a trovare la metodologia
adatta, anche ad inventarla se ciò si rende necessario, Lei Ministro
parla di una classe insegnante più giovane… ora, fermo restando il
fatto che a quarant’anni non si può essere definiti vecchi, forse è
da precisare che comunque non abbiamo chiesto noi di “invecchiare “
in quelle graduatorie… la scelta è stata Vostra e almeno di questo
assumetevene la responsabilità. Questa situazione altro non è stata
se non il frutto di una scellerata scelta politica che ha inseguito
l’ottica del bieco risparmio... risparmiare e tagliare… così gli
insegnanti di chimica e scienze insegnano geografia… e poco importa
se oltre a non conoscere la materia, non ne conoscono neanche la
metodologia… ma chi se ne frega? Intanto abbiamo l’insegnante che
insegna su due classi di concorso al prezzo di una. Come tutti i
governi che si sono succeduti e che vi hanno preceduti, continuate a
comportarvi come un serpente che si morde la coda, da una parte lei
vuol svecchiare la classe insegnante, dall’altra volete mandare la
gente in pensione a 75 anni con 43 anni di contributi… beh...
qualcosa non quadra... forse è arrivato il momento che la mano
destra sappia cosa fa la sinistra. Poi, caro Ministro, parlare di
svecchiare solo gli insegnanti? Lo stesso criterio andrebbe
applicato anche ai nostri politici, e poi perché per i parlamentari
valgono i diritti acquisiti che continuano a sventolare come una
bandiera in festa, mentre per noi precari ventennali, questo non
vale? Eppure secondo la Corte Costituzionale Europea alla quale
sicuramente ci rivolgeremo, noi dovremmo essere tutti immessi in
ruolo, perché sfruttati da più di tre anni dallo Stato che ci spreme
come limoni da settembre a giugno per poi abbandonarci come
straccetti, per poi riprenderci a settembre quando le scuole non
possono riaprire senza la nostra presenza Ci vuole valutare? Venga,
lo aspettiamo… venga a vedere il nostro lavoro, venga a vedere se il
demerito sta nel docente o nel sistema e solo allora potremmo
parlare di concorsi, di tfa, ecc. ecc. Al momento attuale un
concorso non può risolvere la situazione, un concorso significa
alimentare false speranze, visto che le graduatorie stanno ormai
esplodendo. Le faccio un piccolo esempio: Classe di concorso A050
Roma (Italiano scuola secondaria superiore), 500 persone nelle
Graduatorie di merito, 1500 nelle Graduatorie ad esaurimento… in
questa situazione che senso avrebbe un ulteriore concorso? Molto più
sensato sarebbe bloccare tutto, non permettere per un paio d’anni
assegnazioni provvisorie, passaggi di cattedra, trasferimenti… che
puntualmente ci portano via il 70% dei posti disponibili. E poi
BASTA con le classi pollaio, ma come si può pretendere che si possa
esercitare con serenità questo lavoro se si hanno 30 alunni per
classe? Poco tempo fa lei ha detto che la Riforma Gelmini non si
tocca. RIFORMA? E quale? Ecatombe sarebbe il termine più adatto,
perché mai la Scuola è andata così male sotto l’era Gelmini, mai
catastrofe è stata più grande. I tagli che abbiamo subito, hanno
portato le scuole sull’orlo del collasso, i mancati finanziamenti ci
hanno portato a chiedere l’obolo alle famiglie… mentre dall’altra
parte… visto che siamo in tema… la befana scendeva sulle scuole
paritarie… in barba all’articolo 33 della nostra Costituzione:
L'arte e la scienza sono libere e libero ne
è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali
sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e
gradi.
Enti e privati hanno il diritto di
istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo
Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non
statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena
libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a
quello degli alunni di scuole statali.
Invece le cose si sono completamente invertite… sono gli allievi
della statale a non avere un trattamento uguale agli allievi delle
scuole paritarie. Inoltre, chiunque abbia firmato per i
finanziamenti alle paritarie, senza un’adeguata contropartita per le
scuole statali altri non è se non un traditore della Costituzione,
di conseguenza del Popolo italiano che la costituzione stessa elegge
a sovrano della Repubblica.
Ma tanto di questi tempi chi presta attenzione alla nostra carta
costituzionale o quanto meno chi presta attenzione ai diritti dei
cittadini? Altro discorso riguarda i doveri, il dovere di lavorare
da mane a sera per mantenere la corte di Versailles, ma la storia
insegna… quando i francesi si stancarono di mantenere Versailles,
imbracciarono i forconi e misero in piazza la ghigliottina.
Faccia il suo lavoro, faccia rispettare le leggi, non commetta lo
stesso errore del governo Berlusconi che ha tolto valore alla
cultura. Inoltre sinceramente mi sento di farle una proposta, invece
di invitare gli insegnanti in esubero, soprattutto gli ITP, a
specializzarsi con corsi on line sul sostegno, formando così
insegnanti demotivati, sapendo benissimo che per il sostegno è
necessaria una preparazione ad hoc, perché non li dirotta verso il
personale tecnico ATA? Come può secondo lei, un docente senza
preparazione adeguata, lavorare con bambini e ragazzi che hanno seri
problemi di apprendimento?
Non risparmiamo e non speculiamo sulle disgrazie altrui, non
prendiamo in giro i nostri ragazzi e le loro famiglie. Abbia il
coraggio di fare scelte coraggiose e soprattutto controlli chi pur
insegnando svolge un doppio lavoro e della scuola poco gli importa…
parlo di avvocati, ingegneri, geometri… sempre assenti ai collegi,
ai consigli, ai colloqui… impegnati tutta la mattina al cellulare
per organizzare il lavoro della sera, certo non voglio fare di tutta
l’erba un fascio... ma via dalla SCUOLA chi non è realmente motivato
a fare questo lavoro chi non ha a cuore il valore della cultura e il
benessere degli alunni e l’amore per l’insegnamento
28 dicembre 2011
Pennetta Maria Filomena
mariapennetta@alice.it