Lettera aperta al Ministro Profumo:
Idee per incentivare una ripartenza nei concorsi universitarida studenti e precari
Prof Michele Ciavarella, 4.12.2011
Sig. Ministro, Prof. Profumo
conoscendo la Sua professionalita’ sul campo, e la attenzione che il
nuovo Governo (composto in larga parte da docenti universitari)
dovrebbe porre, ci permettiamo di dare qualche spunto, forse
ingenuo, sul tema dei concorsi universitari. Pensiamo a possibili
nuovi meccanismi virtuosi a monte e a valle dei concorsi. Questo
potrebbe dare corso ottimale alla attuazione della Legge n.240 che,
da recenti famose lettere/impegni verso lŽEuropa, dovrebbe vedere il
passaggio del finanziamento universitario dalle serie storiche a un
finanziamento interamente basato sul merito nei prossimi 5-7 anni,
esaltando lŽeffetto che ha ottenuto quanto fatto finora con solo il
7% di tale fondo, con qualche polemica relativa alla oscillazione
temporale, la ingenuitaŽ (o forse malizia) e la enunciazione a
posteriori di certi criteri.
Alcune premesse:-
1) LŽ introduzione della figura del Ricercatore a Tempo Determinato
ci appare eccessivamente precaria, se consideriamo che persino le
figure di ingresso delle piu` rigide e severe Universita’ USA dopo
un severo “Tenure case”, vengono « confermati» (si tratta ad es. del
45% degli Assistant Professor negli ultimi 10 anni in MIT). Perfino
nell’Italia “baronale” degli anni pre-‘68 la figura di ingresso era
quella degli "Assistenti", un "ruolo" a durata di 10 anni, entro i
quali presentarsi a concorsi nazionali e "annuali" di "Libera
docenza". Chi non passava, tuttavia, a sua domanda poteva essere
incluso nei ruoli della Scuola secondaria ovvero nei ruoli del
Catasto, Genio Civile, Beni Culturali, Motorizzazione, Biblioteche,
ecc.). Appare oggi decisamente eccessivo sperimentare forme
radicalmente precarie come in quasi nessun paese al mondo. Al tempo
stesso non vogliamo proporre nuove forme di stabilizzazione ope
legis, sia ben chiaro.
2) Oggi siamo a valle degli “errori” delle varie Riforme dei
concorsi che hanno creato ondate di “buonismo” e “sanatorie”, a
partire dalle ope legis della L.382 degli anni Ž80 con l’entrata in
servizio di oltre 30mila docenti con concorso ridotto a semplice
idoneitaŽ; per finire ai concorsi “Berlinguer” che, nati forse per
essere meritocratici, hanno visto la piuŽspaventevole ondata di
localismo, provincialismo, e moltiplicazione di promozioni per
anzianitaŽ di servizio (anche per colpa di paradossali disincentivi
a coprire con figure provenienti dallŽesterno, che “costavano” molto
di piuŽalla UniversitaŽdi appartenenza), come dimostrato da libri di
studiosi come Perotti e altri. E che vede tuttora i suoi effetti
deleteri, con migliaia di concorsi appena svolti ancora con doppia
idoneita’ (o con singola, quasi certamente vinti da candidati
locali), con la maggior parte delle Universita’ ormai appena in
grado di erogare stipendi, e non in grado di assumere gli idonei.
Oltre a questo empasse che Lei conosce bene, l’effetto piu’
deleterio potrebbe certamente essere quello di aver creato dei
meccanismi e consuetudo culturali di preferire la anzianità di
servizio e la località dei candidati in modo difficile da eradicare.
Questo in contrasto, ancora una volta, con la vecchia Scuola
“baronale” Italiana in cui c’erano alcuni nomi di prestigio che
passavano in cattedra appena trentenni o meno (si vedano i casi di
Ettore Maiorana ed Enrico Fermi , ma anche di Romano Prodi, Luciano
Modica, e tanti altri meno noti).
3) Si sa che in Italia la categoria dei Professori Universitari di
ca.60mila unitaŽ e' molto anziana, forse la piu’ anziana di Europa,
e oggi un problema e' quello della sua graduale sostituzione, che
tuttavia e' frenata per ora da blocchi del turnover al 20%. La
promozione di chi eŽvicino alla pensione appare particolarmente
inutile in vista di questo necessario ricambio. Se eŽvero che nei
prossimi 5 anni andranno in pensione quasi la meta` dei docenti
attualmente in servizio, con blocco del turnover al 20%, cioŽ
significa al massimo 6000 nuove entrate. Non prestare la massima
attenzione e lungimiranza, dopo anni di progressioni di carriera e
promozioni per anzianita’ (che hanno prodotto appunto questa
anzianita’), in tempi in cui certo non ce lo possiamo piu’
permettere, appare “short sighted”.
4) Non e’ il caso di entrare nel merito delle proposte della agenzia
ANVUR, ma plaudiamo al tentativo di definire dei parametri oggettivi
per rendere idonei nei prossimi concorsi solo i "migliori" definiti
sulla base della produzione media nel settore disciplinare di
riferimento. Tuttavia, molto meno si e` lavorato su come definire
quale dei vari settori e` meritevole di investimento. Come Lei
sapra’, molte Universita’ di Ricerca di alto livello, investono in
settori nuovi e totalmente scoperti, il che’ pare assolutamente in
contrasto con le pratiche italiane che tendono a riprodurre settori
ormai vecchi, e che quindi impediscono il rinnovamento. Questo per
la errata visione che riprodursi e “mettere in cattedra” propri
allievi (se non “nepotes”), crea delle sacche di potere.
5) Come forma di protesta durante i passaggi della Riforma Gelmini,
alcuni Ricercatori a tempo indeterminato organizzati in varie sigle
hanno deciso il blocco delle lezioni che per contratto non sono
tenuti a fare. Questa protesta pare sia rientrata con la promessa di
4500 posti da associato (o di equivalente budget, non eŽ noto a noi
quale dei due). Sebbene riconosciamo la fondamentale funzione dei
Ricercatori, e riteniamo possibile che alcuni siano stati
ingiustamente oberati da insegnamento e sfortunati nei concorsi
precedenti, “pacchetti” di posti per una sola categoria, motivati
non altrimenti che dal placare la protesta, suonano come una nuova
edizione di “sanatorie” tipo 382 degli anni Ž80, e potrebbero creare
un non armonico sviluppo futuro, proprio a valle delle minori
risorse a disposizione. Speriamo intanto che questo “pacchetto” di
posti sia in esubero rispetto al blocco del turnover, ma auspichiamo
anche che sia usato almeno in parte per fare entrare nuove leve.
6) Ai ricercatori anziani, oltre60enni, facciamo notare che solo una
"macchina del tempo" potrebbe restituire una carriera brillante,
ammesso che la meritino. Una promozione per loro forse equivale a
poco piuŽdi un avanzamento in coincidenza con la pensione, e per
altro, con il diminuire della proporzione di pensione retributiva,
tale vantaggio eŽsempre meno consistente.
7) Fuga dei cervelli. I migliori ricercatori italiani che lavorano
all'estero portano in brevetti un valore che e’ stato valutato in 1
miliardo di euro all’anno da I-Com in uno studio presentato di
recente al Senato dalla Fondazione Lilly. Tale mancato guadagno va
sommato al costo di formazione di tali cervelli. Ma non parliamo
solo di « grandi cervelli », i cui tentativi di rientro sono tutti
falliti, e che magari all’estero ci restano tranne rare eccezioni.
Parliamo di ragazzi brillanti che ora si trovano a fare i
ricercatori all'estero, non sempre felici di restare a lungo. In
molti casi, non vorrebbero tornare con un posto da ricercatore a
tempo determinato.
8) ANVUR e i criteri bibliometrici paiono aver introdotto dei
paletti all`interno dei singoli SSD, anche se speriamo non facciano
concentrare troppo la valutazione della qualitaŽsulla base dei
risultati dei soli ricercatori italiani. Se un ricercatore straniero
o italiano allŽestero mostra di avere parametri molto piuŽalti,
speriamo che non venga poi eliminato tramite altri sistemi meno
trasparenti, come la prova orale, o strane incongruitaŽai Settori
Disciplinari.
9) Ma nulla eŽstato detto per come vengo scelti i nuovi posti da
assegnare nelle varie universita`, che peraltro restano le sole che
chiamano gli "idonei" in servizio. Potrebbe presentarsi in futuro il
problema di tanti idonei che non vengono chiamati, e allora a nulla
sara` valso lo sforzo dei criteri ANVUR. E' e` sbagliato lasciare
queste scelte completamente all`autonomia locale, che spesso puo`
essere influenzata da aspetti parzialmente paradossali, come la
dominanza di alcuni settori. Le « scuole » in parte producono ottimi
nuovi ricercatori, ma in altra parte, tendono a saturare i vari
dipartimenti con repliche ridondanti ed eccessiva concentrazione di
sapere in una sola disciplina.
10) Prepensionare gli inattivi? E' una cosa ampiamente sperimentata
nel mondo anglosassone (sia in UK dove interi dipartimenti sono
stati chiusi), sia in USA dove un anziano ha una vita sempre piuŽdura
per trovare fondi e di conseguenza viene invogliato alla pensione se
non eŽproduttivo. Ovviamente, come si fa in tutte le aziende in fasi
di ristrutturazione, ci possono essere incentivi e scivoli
allŽandata in quiescienza. Il tema e’ naturalmente caldo ed in
evoluzione al momento.
11) Ci sono altre osservazioni molto note, che eŽinutile
ripetere, come lŽinvestimento globalmente piuŽbasso di altri paesi
sviluppati, la esagerata presenza di personale Tecnico
Amministrativo, la erraticitaŽdei concorsi e dei bandi, incertezze
varie e lentezze.
12) Qualcosa per i giovani nel campo dei finanziamenti in ricerca si
eŽcominciato a farlo, come con il progetto Futuro in Ricerca, anche
se con polemiche come al solito sul processo di valutazione, ed
enormi ritardi di erogazione. Tuttavia, mai nei concorsi eŽstata
esplicitamente incoraggiata la chiamata di giovani, e specie
dallŽestero. LŽesempio dellŽIstituto Italiano di Tecnologia a
Genova, che ha chiamato quasi 500 ricercatori giovani in gran parte
anche dallŽestero, dimostra tuttavia che il maggiore ostacolo ad un
rinnovamento dellŽUniversitaŽeŽ lŽUniversitaŽstessa. Non possiamo in
poche righe aprire il discorso sulle Fondazioni (IIT ha tale forma
giuridica), ma solo richiamare intanto agli incentivi meritocratici
all’interno delle strutture attuali.
In definitiva, vogliamo evitare che si ricrei oggi il clima da “ope
legis” oggi nell`Universita`, o che si decida l’uso delle poche
risorse a disposizione nei prossim anni, ancora una volta solo sulla
base dei desiderata di consuetudini molto dure a morire, come quelle
del localismo e del provincialismo e della promozione per anzianitaŽ.
IN DEFINITIVA:
Vogliamo evitare una eccessiva disparita` tra i privilegi di una
generazione ottenuti anche con grandi debiti pubblici, e le troppe
difficolta` delle nuove generazioni, che sono conseguenza proprio di
quei debiti pubblici. Vogliamo pensare ad un rilancio strategico, di
lungo termine, ben consci che solo operando bene oggi, sebbene non
possiamo rimediare agli errori del passato, possiamo sperare di
ritornare su livelli eccellenti.
Ecco quindi alcune proposte per creare meccanismi differenziati e
virtuosi, che pero` vorremmo anche definiti in modo chiaro, stabile,
lampante e cristallino, come si fa nei paesi Anglosassoni, per es in
UK con il RAE e REF, dove nonostante i grossi tagli di finanziamento
pubblico delle Universita’, gli incentivi sulla distribuzione dei
restanti fondi futuri sono talmente dipendenti da parametri
oggettivi e ben noti di merito, che le Universita’ stanno facendo
politiche estremamente aggressive di reclutamento dei migliori
cervelli dall’estero. In questi casi, chiamare un posto (a tutti i
livelli, e non solo di "ricercatori a tempo determinato") si puo’
fare gia’ avendo fondi per soli 5 anni, ed e’ chiaro quindi che
alcune Universita’ che non vinceranno la scommessa, dovranno ridurre
il personale cosi’ aggressivamente reclutato. Questo meccanismo
virtuoso nel reclutamento italiano non si e’ mai visto, ma solo una
politica di incentivi credibile seria e ben strutturata lo puo’
davvero innestare. Definire degli incentivi a posteriori per avere
richiamo giornalistico su una o altra Universita’ lascia il tempo
che trova.
MECCANISMI A MONTE DEI CONCORSI
1) Incentivazione orizzontale “sostitutiva” di un’avanzamento in
carriera, in particolare per i ricercatori anziani, per chi mostra
tuttavia di non essere stato “inattivo”. Un esempio potrebbe essere
la promozione in concomitanza con l`andata in pensione, come si fa
con i militari, che tuttavia oggi va studiata in vista dei
cambiamenti legislativi. Per qualcuno vicino alla pensione, questo
deve essere piuŽfacile di vincere un concorso, meno mortificante, e
altrettanto efficace sulla pensione (che per gli anziani eŽ ancora
almeno in parte, retributiva). Liberando al tempo stesso preziosi
concorsi per i giovani.
2) assegnare un numero di posti congrui e predeterminati per tutte
le categorie, e non solo prevedere questa ondata di 4500 posti da
associato, disgiunta da qualsiasi altra programmazione
3) creare a monte riserve di posti di idoneitaŽ a chi e' in servizio
allŽestero in Istituti riconosciuti, e chi eŽa tempo determinato
4) per la scelta tra i vari settori, creare un percorso di
accelerazione carriere in base ad uno screening a priori dei CV,
come fu fatto proprio dal rettore Profumo in via sperimentale al
Politecnico di Torino.
MECCANISMI A VALLE DEI CONCORSI
1) Incentivare nel fondo FFO, le UniversitaŽ che hanno preso in
servizio giovani brillanti sia per la posizione che per lŽetaŽ,
ripristinando la possibilita’ per giovani particolarmente brillanti
di avere una carriera piu’ operativa. Per questo si possono usare i
parametri ANVUR nuovamente.
2) Incentivare nel fondo FFO, le UniversitaŽ che hanno preso in
servizio da sede italiana diversa da quella di servizio del
candidato, o ancora estera.
3) per garantire almeno un minimo di conferme per i Ricercatori a
Tempo determinato, assegnare un minimo di budget di FFO agli Atenei
per chiamate di posti da associato. Il 50% se volessimo imitare il
rigido MIT.
4) Ripristinare un accesso facilitato a ruoli nella PA per chi ha
svolto il ruolo di Ricercatore a Tempo determinato per 6 anni
consecutivi senza aver vinto un concorso o preso servizio a tempo
indeterminato.
Ringraziando per l`attenzione, porgiamo distinti saluti
Prof Michele Ciavarella. Amburgo
4/12/2011
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