Effetto finestre sulle pensioni
Crollano le uscite dal lavoro
LA STRETTA sulle pensioni è cominciata già prima del
governo Monti. Dicono questo i dati resi noti ieri dall’Inps, che
raccontano che cosa è successo nel mondo della previdenza nei primi
undici mesi del 2011. Le pensioni liquidate dallo Stato sono
crollate: fino a novembre scorso sono state ....
Quotidiano.net, 27.12.2011
ROMA
LA STRETTA sulle pensioni è cominciata già prima del governo Monti.
Dicono questo i dati resi noti ieri dall’Inps, che raccontano che
cosa è successo nel mondo della previdenza nei primi undici mesi del
2011. Le pensioni liquidate dallo Stato sono crollate: fino a
novembre scorso sono state 224.856, quasi 100mila in meno rispetto
allo stesso periodo del 2010. Un dato che si spiega soprattutto con
l’entrata in vigore della riforma sulle finestre mobili, che ha reso
molto più difficile e lento il processo di abbandono del lavoro.
GUARDANDO ai numeri nel dettaglio, il calo più consistente si è
registrato per le nuove pensioni di vecchiaia (età di 65 anni per
gli uomini e di 60 per le donne secondo le regole vigenti fino al
2011, che sono diventati 66 e 61 con la finestra mobile). Nei primi
undici mesi del 2011 sono state liquidate appena 94.216 nuovi
trattamenti di vecchiaia, con un calo del 39,4 per cento. Per le
anzianità si è registrato invece un calo più contenuto, di circa il
20%, con gli assegni liquidati fino a novembre passati dai 163.507
del 2010 ai 130.640 del 2011.
Numeri che, secondo Giuliano Cazzola del Pdl, danno il senso della
qualità delle politiche del governo Berlusconi: «I dati sulla
diminuzione del numero delle pensioni liquidate nel 2011 stanno a
dimostrare che anche il precedente governo aveva adottato delle
misure utili a contenere la spesa».
Sulla diminuzione hanno inciso le regole scattate a partire dal 2011
sulla finestra mobile. Adesso, infatti, prima di lasciare il lavoro
è necessario attendere 12 mesi per i dipendenti e 18 per gli
autonomi. A questo si aggiunge la stretta dell’inasprimento dei
requisiti per l’accesso alla pensione di anzianità: almeno 60 anni
di età con quota 96 tra età e contributi, a fronte dei 59 e quota 95
del 2010. Nel 2011, in pratica, per effetto delle nuove regole non
sono andate a buon fine nuove richieste di pensione. L’effetto
slittamento delle finestre mobili ha fatto sì che, per uscire nel
2011, fosse necessario fare domanda nel 2010.
Per i lavoratori dipendenti, dicono i numeri dell’Istituto di
previdenza, si è verificato un blocco quasi completo delle nuove
erogazioni a partire da maggio 2011. Per i dipendenti, in totale, il
crollo delle pensioni di vecchiaia rispetto alle 90.108 accertate
nei primi 11 mesi del 2010 è stato del 48%. Anche gli autonomi,
comunque, hanno sofferto. Sono passati da 27.501 a 20.137 pensioni
per i coltivatori diretti, da 53.416 a 38.107 pensioni per gli
artigiani, da 46.362 a 32.369 pensioni per i commercianti.
E IL SALASSO non finisce qui. Dal prossimo anno scatteranno le regole
previste dalla manovra correttiva: addio alle quote per l’anzianità,
aumento per l’età di vecchiaia delle donne, cancellazione della
finestra mobile. Anche se, va precisato, i decreti estivi hanno
esplicitamente fatto salvi i diritti di coloro che avevano già
maturato la loro pensione al momento dell’entrata in vigore della
riforma. In pratica, chi ha maturato la pensione a giugno 2011,
potrà incassarla a giugno 2012 senza problemi.