Concorso ds, anche il Consiglio di Stato di A.G. La Tecnica della Scuola, 9.12.2011 A deciderlo è stato, il 9 dicembre, il Presidente della Sesta Sezione, che attraverso un proprio decreto monocratico, non ha concesso l’ammissione dei docenti ricorrenti alle prove del concorso per 2.386 nuovi presidi. La seduta collegiale fissata per il prossimo 20 dicembre. Ma a quel punto sarà troppo tardi. Anche il Consiglio di Stato, dopo la maggior parte dei Tar, non ha voluto dare ragione ai ricorrenti esclusi a seguito della verifica preselettiva dello scorso 12 ottobre: a deciderlo è stato, il 9 dicembre, il Presidente della Sesta Sezione del Consiglio di Stato, che attraverso un proprio decreto monocratico, non ha concesso l’ammissione dei ricorrenti alle prove del concorso per 2.386 posti nuovi dirigenti scolastici, fissando la seduta collegiale per il prossimo 20 dicembre. In quella data il Consiglio di Stato, in composizione collegiale, deciderà se confermare o meno la decisione assunta in via monocratica dal Presidente di Sezione. Ma è evidente che la relativa decisione collegiale non avrà effetto pratico in quanto si terrà dopo l’espletamento delle prove. A proposito della motivazione della sentenza di secondo grado, ciò che si rileva dalla lettura del dispositivo, è che il Presidente non è entrato nel merito delle censure formulate col ricorso. È amaro il commento di uno dei tanti legali che hanno difeso i migliaia di docenti ricorrenti per ammetterli, almeno con riserva, alle prove scritte, in programma la prossima settimana, il 14 e 15 dicembre: “non mi fermerò qui - afferma l'avvocato Pasquale Marotta - ma andrò avanti fino alla fine, cercando di ottenere, in sede di merito dinanzi al Tar Lazio, l’annullamento della prova preselettiva e, quindi, dall’intera procedura concorsuale”. L’unica cosa che a questo punto appare certa è che le prove scritte del concorso si svolgeranno regolarmente. Ma la battaglia legale non è finita: prima degli orali, in programma in primavera, si profila un'altra tornata di ricorsi. Mirati, stavolta, a far saltare tutta la procedura. |