Da Pittoni (Lega) da Tuttoscuola, 24.12.2011 Il conciliante clima natalizio sembra non avere interrotto divergenze e aspri colpi a distanza tra due esponenti del mondo scolastico, Mario Pittoni (Lega) e Marcello Pacifico (Anief), che in molte occasioni si sono “pizzicati” su graduatorie, precari, code/pettine, ricorsi e commissari ad acta. L’ultimo intervento, proprio sotto l’albero, è del sen. Pittoni che ha rilasciato alcune dichiarazioni sulle prese di posizione dell’Anief seguite alle recenti ordinanze del Consiglio di Stato e del Tar Lazio circa la competenza del giudice ordinario a dirimere contenziosi sulle nomine dei precari. Pittoni questa volta si è soffermato prima di tutto sull’aspetto economico delle numerose vertenze condotte dall’Anief, ricordando che a suo tempo quest’ultima aveva affermato che “i ricorsi proposti al Tar Lazio per consentire ai precari di essere inseriti a pettine nelle graduatorie relative al biennio 2009/2011 verranno riassunti in maniera «pressoché gratuita»”. E qui il senatore leghista fa il primo affondo: “Sarebbe interessante conoscere quale posizione l’associazione prenderà nei casi in cui la riassunzione della causa innanzi al Giudice del Lavoro potrà avvenire solo previo pagamento del contributo unificato di iscrizione a ruolo, in tempi recenti previsto anche per le cause di lavoro. Proprio questo, infatti, ha scatenato dure critiche da parte del Presidente dell’Anief in un editoriale dello scorso luglio”. E con una punta di ironia Pittoni si chiede “Davvero sarà l’Anief ad accollarsi non soltanto le spese che inevitabilmente sono correlate all’avvio di una controversia (ad esempio le spese di notifica), che quando si tratterà di coinvolgere diverse centinaia di contro interessati potrebbero non essere poca cosa … gli onorari spettanti agli avvocati, ma anche – come detto - l’eventuale contributo unificato (che si badi potrebbe lievitare se le richieste risarcitorie verranno ampliate come si annuncia) o, come quasi sempre accade, si finirà per chiedere contributi a coloro che vorranno proseguire cause avviate quasi tre anni or sono? Oltre agli interrogativi su nuove possibili spese giudiziarie che i ricorrenti potrebbero trovarsi inaspettatamente a sostenere, il senatore leghista avanza un’altra riflessione: “occorrerà spiegare al Giudice del Lavoro come mai si è scelto di procedere a riassunzioni individuali dopo aver invaso il Tar Lazio con ricorsi collettivi e, soprattutto, come mai si procede a riassumere davanti al Giudice Ordinario controversie che sono originate dall’impugnazione di un decreto ministeriale (il D.M. 42/2009) al fine di ottenere l’inserimento in graduatorie impugnate solo in un secondo momento e spesso senza regolare instaurazione del contraddittorio nei confronti dei contro interessati”. Dopo aver considerato che tanti docenti nel biennio 2009/2011 hanno ottenuto supplenze sulla base delle graduatorie d’istituto senza subire, quindi, alcun danno reale per il loro collocamento in coda o a pettine, Pittoni osserva che “sarebbe interessante sapere se per ciascun docente si pensa di instaurare un solo giudizio o diversi giudizi (fino a tre) visto e considerato che nella stragrande maggioranza dei casi davanti al Tar del Lazio era stato contestato l’inserimento in coda (piuttosto che a pettine) in più graduatorie”. C’è poi la questione dell’individuazione del Giudice competente (quello dell’attuale sede di servizio oppure quello della sede in cui prestava servizio al momento dell’avvio della causa o, ancora, quello di residenza?). Pittoni chiude con una stoccata finale: “L’unica battaglia vita dall’Anief, quella contro le code, ha semplicemente tolto un opportunità in più di cui disponevano gli insegnanti. Per il resto, fiasco totale. L’Anief ha fallito pure nel tentativo di impedirci di assegnare posti a tempo indeterminato anche a chi occupava le prime posizioni nelle vecchie liste e che – con la riapertura delle graduatorie – si è visto scavalcare da chi arrivava con i superpunteggi”. Si può essere sicuri, a questo punto, che l’Anief ricambierà presto gli auguri con carbone del senatore leghista. |