Ecco il calcolo dell'età pensionabile
La riforma Fornero alla prova dei numeri
di Alessandro D'Amato
Giornalettismo.com, 7.12.2011
Eccole, le tabelle. Dopo tanta attesa
e il comprensibile nervosismo di chi sarà ancora costretto a
rinviare l’età del ritiro, la riforma Fornero prende forma e il
calcolo dell’età pensionabile è possibile. Il Corriere della Sera
pubblica un grafico esplicativo su cosa cambierà:
La lenta equiparazione dell’età pensionabile delle donne con
quella degli uomini e poi con i 67 anni per tutti è stata
accelerata, e in maniera per niente soft. Dal primo gennaio 2012
l’età sale a 62 anni (uno scalone simile a quello messo in atto
dalla riforma Maroni, che però non ha mai visto la luce) e sarà
ulteriormente elevata a 63 anni e 6 mesi nel 2014, a 65 anni nel
2016 e a 66 a partire dal 2018. Per le lavoratrici autonome
(commercianti, artigiane e coltivatrici dirette), invece, lo
scalone del 2012 è di 3 anni e 6 mesi (l’età sale da 60 a 63
anni emezzo). Soglia che sale ulteriormente a 64 e 6 mesi nel
2014, a 65 e 6mesi nel 2016, sino a raggiungere i 66 anni dal
gennaio del 2018. L’elevazione dell’età ci sarà anche per gli
uomini, i quali a partire dal 2012 potranno ottenere la pensione
di vecchiaia dopo aver compiuto 66 anni. Per loro in sostanza
non cambia nulla, in quanto sino a oggi potevano averla sì a 65
anni, ma comunque dovevano aspettare un ulteriore anno (in
pratica i 66) per poterla riscuotere.
Addio anzianità, quindi, più o meno:
Da circa 20 anni nell’occhio del ciclone, il pensionamento
anticipato con 40 anni, a prescindere dall’età anagrafica,
stavolta non è rimasto in piedi. A partire dal 2012 per ottenere
la pensione prima dell’età della vecchiaia occorrono 42 anni ed
un mese per gli uomini e 41 anni ed 1 mese per le donne,
requisiti, anche qui, parametrati alle speranze di vita a
partire dal 2013. Tali requisiti sono comunque aumentati di un
ulteriore mese per il 2013 e di un ulteriore mese a decorrere
dal 2014. Questo, in sostanza, significa che nel 2013, ad
esempio, anno in cui si comincia ad elevare tutti i parametri
anagrafici sulla base delle cosiddette speranze di vita, il
minimo di contributi richiesto per il pensionamento anticipato
sarà di 42 anni e 5 mesi per gli uomini e 41 anni e 5 mesi per
le donne (42 o 41 anni e due mesi più i tre mesi di aumento per
via delle speranze di vita).
E questo è il grafico che spiega l’andamento:
(click per ingrandire)
Al fine di disincentivare il pensionamento anticipato rispetto a
quello di vecchiaia, è stata introdotta una misura di riduzione:
Qualora, infatti, si chieda la pensione di anzianità prima dei
62 anni di età, l’assegno verrà corrisposto, per la quota
retributiva, con una riduzione pari al 2% per ogni anno di
anticipo. Se, ad esempio, si richiede la pensione, dopo aver
raggiunto i 42 anni (e rotti), all’età di 60 anni, si
riscuoterà, per la quota di pensione calcolata con il sistema
retributivo, un assegno decurtato del 4%. Il pensionamento
anticipato sarà possibile anche per i giovani, coloro cioè che
hanno cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. Per
ottenerlo, dovranno aver compiuto 63 anni di età e poter far
valere un minimo di 20 anni di contribuzione effettiva. Vi sono
inoltre due altre condizioni: bisogna cessare l’attività
lavorativa e l’importo del trattamento deve almeno raggiungere
un minimo pari a 2,8 volte l’assegno sociale (1.200 euro di
oggi). Addio anche alle finestre. La vita si allunga La manovra
di luglio ha anticipato al 2013 (doveva partire dal 2015)
l’adeguamento, che dal 2019 avverrà con cadenza biennale (e non
più triennale, come era in origine) in base ai dati forniti
dall’Istat. La riforma Monti stabilisce che in assenza
dell’incremento dato dalle variazioni demografiche, a partire
dal 2021 l’età del pensionamento non può avvenire comunque prima
di 67 anni di età. Chi si salva Le nuove regole sulle pensioni
non si applicano a tutti coloro che hanno raggiunto o
raggiungono i requisiti (età e contributi) entro questomese.
Peraltro ben il 76% delle pensioni esistenti saranno interessate
dal provvedimento che congela l’indicizzazione per due anni.