IL CASO

Mense a scuola, addio ai cibi bio
Ora nei menu torna il "generico"

Famiglie in allarme la carne di coniglio viene sostituita con quella di suino. Il parmigiano reggiano bio, così come il burro bio abdicano in favore di quello più economico. E il Pd rilancia la petizione sulle tariffe

di Laura Serloni e Sara Grattoggi, la Repubblica di Roma 3.4.2011

Rivoluzione nelle mense scolastiche: si passa dai cibi biologici a quelli generici. Ecco la novità nei refettori romani. Niente più riso parboiled bio, arriva un riso "convenzionale". La carne di coniglio viene sostituita con quella di suino. Il parmigiano reggiano bio, così come il burro bio abdicano in favore di quello più economico e quindi "convenzionale". Cambiano così i menu. E con una circolare del Comune, le imprese di ristorazione sono autorizzate ad avviare questa sostituzione. Scoppia subito la polemica. Genitori sul piede di guerra. "È questo il trattamento riservato ai nostri figli - tuona un papà, Filippo Cavalli - Vogliamo sapere a che tipo di prodotto generico si riferisce il dipartimento scolastico". E Gianluca Quadrana, consigliere comunale della Lista civica, attacca: "L'allora ministro Alemanno aveva avviato una battaglia contro gli ogm, ora passa dal bio al discount".

Intanto il Pd rilancia la petizione popolare "in difesa delle mense scolastiche" e torna, domani, a volantinare fuori dalle scuole e a raccogliere le firme dei genitori. Tre i punti fondamentali della "delibera per una sana refezione" presentata a dicembre in Campidoglio dal vicepresidente della Commissione Scuola Paolo Masini: innalzamento da 5.160 a 8.500 euro della soglia Isee per l'agevolazione sulle tariffe, per tutelare le famiglie meno abbienti; restituzione alle scuole dei fondi residui delle tasse di refezione, da investire in manutenzione, arredi e progetti formativi; garanzia della qualità del cibo, attraverso il reinserimento del biologico, e della quantità.

Volantinaggi e raccolte firme saranno organizzati in decine di scuole, ma centrale sarà l'iniziativa presso l'istituto comprensivo "Via Giuseppe Messina", a Cinecittà, noto per la controversa iniziativa del consiglio d'istituto, che aveva minacciato di non confermare l'iscrizione all'anno successivo agli alunni che non avevano pagato la mensa, dopo aver raggiunto tassi di morosità del 40-50%.

Lunedì alle 8, Masini, con il segretario del Pd Roma Marco Miccoli e alla responsabile Scuola del Pd Roma Sabrina Alfonsi, illustrerà la petizione e la delibera fuori dai cancelli dell'istituto. "Gli aumenti tariffari imposti nell'ultimo anno dalla giunta, che arrivano anche al doppio rispetto al passato, gravano sulle famiglie dando luogo a gravi fenomeni di morosità, a fronte di un crollo della qualità del servizio" spiega Masini.

Ma l'assessore alle Politiche educative, Gianluigi De Palo, fa notare che "i prezzi di Roma restano i più bassi d'Italia". "È vero - aggiunge - che le tariffe sono aumentate, ma soprattutto per le famiglie più ricche, mentre abbiamo tutelato i meno abbienti. La qualità della refezione non è affatto diminuita: serviamo oltre 150mila pasti al giorno, circa 21 milioni all'anno, e usiamo soprattutto prodotti biologici: gli unici che sono stati tolti sono quelli che i bambini non mangiavano". "I fondi residui delle tasse di refezione - conclude - già vengono reinvestiti dal Comune per altri progetti scolastici".

Dopo le 6mila firme raccolte a dicembre nel primo giorno di presentazione della petizione, l'obiettivo del Pd è ora quello di ottenere "nuove migliaia di adesioni a sostegno della delibera, per sollecitare risposte dal Campidoglio".