Scuola

Mef: incidenza spesa istruzione
su Pil destinata ridursi

A causa tagli e calo alunni nel 2020 si passerà da 4,2% a 3,5%

 TM news, 15.4.2011

Roma, 15 apr. (TMNews) - Nelle stesse ore in cui il Miur ha annunciato l'incremento nel 2011 di 685 milioni per le scuole statali - destinati a funzionamento, supplenze dei docenti, miglioramento dell'offerta formativa e a sanare debiti precedenti - un altro dicastero, quello dell'Economia e Finanze, annuncia che nei prossimi anni l'Italia investirà progressivamente sempre meno risorse finanziarie per l'istruzione. La previsione è contenuta nel documento di Economia e Finanza 2011, varato dal Cdm proprio su proposta del Mef, e comporterà un'evidente riduzione dell'assorbimento del Pil: si passerà dall'attuale 4,2% di prodotto interno lordo al 3,5% del 2020, fino al 3,2% del 2030, per poi subire un lieve aumento nei decenni a seguire (nel 2060 si indica il 3,4%).

Sono diverse le motivazioni che porteranno alla minore incidenza della spesa complessiva (a parte infanzia ed istruzione per adulti, sono inclusi tutti i livelli scolastici) per l'istruzione sul Pil: nel Documento di Economia e Finanza si fa riferimento a "misure di contenimento per la spesa del personale", contenute nella finanziaria di fine 2008, in particolare nell'articolo 64 della legge 133/08, ma anche alle indicazioni del Miur tese alla "riduzione del gap nel rapporto medio alunni/docenti rispetto agli altri paesi" e "il blocco degli scatti di anzianità triennali".

Ma soprattutto, a determinare il calo di investimento sarà il dato riguardante la "riduzione strutturale della popolazione scolastica": la tendenza, conclude il documento, deriva da alcune recenti previsioni Eurostat, che a loro volta indicano l'Italia come il Paese con "il più basso tasso di fecondità totale", oltre che "il più alto tasso di invecchiamento tra i paesi europei".