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No dei precari a reality Canale 5: A chi vince 10 anni stipendio. Supplenti: dignità non ha prezzo TM news, 11.4.2011 Roma, 11 apr. (TMNews) - I docenti precari protestano contro la decisione di Mediaset di avviare una selezione per organizzare un reality show, con protagonisti degli ex concorrenti televisivi poco acculturati, a cui alcuni supplenti disoccupati della scuola avrebbero il compito di insegnare le nozioni per non sfigurare in una gara di quiz: diversi precari, attraverso i forum di categoria, hanno definito l'iniziativa 'scandalosa', interpretandola come una speculazione sui loro problemi lavorativi, una 'spettacolarizzazione di un vero dramma', acuita dal taglio triennale di circa 80mila cattedre in tre anni imposto dal Governo. Sembra che i docenti vincitori del reality percepiranno anche un ricchissimo premio, pari circa a 10 anni di stipendio. Secondo Maria Cristina Rossi, docente precaria, il cast di Canale 5 avrebbe già "contattato la presidente del Comitati insegnanti precari chiedendole dei nominativi adatti per fare di provini: riteniamo questa decisione animata da una vera mancanza di rispetto verso dei lavoratori che svolgono la professione di insegnante con dignità e forte senso del dovere". Un concetto ribadito dal Coordinamento precari scuola, che attraverso una mail spiega che in questo modo gli insegnanti supplenti vengono trasformati in "fenomeni da baraccone", ma "la dignità del personale docente precario della scuola, tanto più se disoccupato, non è in vendita". Anche il sindacato Flc-Cgil ha oggi definito il reality di Canale 5 "una vera, autentica, clamorosa vergogna, mentre il Governo declina ogni responsabilità nei confronti dei precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, mentre Tremonti finge di non vedere la nostra 'Operazione centomila', con cui abbiamo dimostrato che ci sono i posti per assumere e che lo Stato addirittura risparmierebbe. E mentre la Gelmini continua la sua opera di distruzione dell'istruzione pubblica, contribuendo a scippare democrazia al nostro paese". Il sindacato confederale, al pari dei diretti interessati, ritiene, infine, che "il lavoro va rispettato, che la cultura non si vende e tantomeno la dignità. Non serve - conclude la Flc-Cgil - una reality-strategia, ma una reale assunzione di responsabilità".
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