«La Gelmini ci risarcisca 500mila euro» Precari a scuola: 17 docenti modenesi fanno causa al ministero. dalla Gazzetta di Modena, 18.4.2011 Oltre mezzo milione di euro, più di un miliardo di vecchie lire. E’ questo il conto che diciassette 17 prof precari modenesi riunitisi in gruppo hanno appena chiesto al Ministero dell’Istruzione citando in Tribunale il ministro Gelmini, una decina di scuole e il Provveditorato agli studi che li ha assunti per anni e anche decenni con contratto annuale. Il ricorso è stato depositato dal loro legale proprio mentre altri tribunali italiani (tra gli altri quelli di Genova, Siena e Livorno) emettevano le ennesime sentenze in favore dei precari, docenti e non docenti, che contestano l’illegittimità della reiterazione dei contratti a termine e rivendicano tre diritti: quello alla stabilizzazione, quello al risarcimento dei danni, previsto dalla legge come compenso per la reiterazione, e quello al riconoscimento degli scatti di stipendio. Anche di questo parlerà oggi dalle ore 18 il giornalista e docente Vincenzo Brancatisano, autore del libro inchiesta «Una vita da supplente» (Nuovi Mondi 350 pagg.), presso la libreria Feltrinelli di via Battisti, presentato da Franco Fondriest, già direttore didattico dell’8° Circolo.
Proprio il libro di Brancatisano, considerato dal popolo dei precari
come un autentico manuale di autodifesa, ha indicato una traccia per
uscire dallo «sfruttamento del lavoro precario nella scuola pubblica
italiana», come recita il sottotitolo, dimostrando come sia
illegittima l’assunzione su posti vacanti di oltre 200mila precari
annuali che, assunti il 1 settembre, vengono puntualmente licenziati
il 30 giugno o il 31 agosto: discriminazione quest’ultima che si
aggiunge alla babele di discriminazioni tra docenti precari e
docenti di ruolo. Questi ultimi, pur svolgendo analoghe mansioni,
perceciscono molto di più e hanno più diritti. «Una condizione non
coerente con il principio di non discriminazione tra lavoratori -
denuncia Brancatisano - sancito prima dalla normativa comunitaria
del 1999, poi dai decreti italiani del 2001, infine dalla
giurisprudenza comunitaria (2007) e a seguire dai Tribunali italiani
che vi si stanno adeguando. Ora tocca a quello di Modena». Il libro
dà indicazioni utili anche ai precari non scolastici e l’autore
lancia un segnale alle maestre dell’infanzia che nei giorni scorsi
hanno incassato il benservito dal Comune. (red) |