USA

Torna a New York l'educazione sessuale a scuola

Il sindaco Bloomberg lancia campagna contro gravidanze teenager

 TM news, 11.8.2011

New York, 11 ago. (TMNews) - L'educazione sessuale entra nei programmi scolastici di New York: questa la decisione presa dal sindaco Michael Bloomberg. Una rivoluzione obbligata dal numero elevato di parti adolescenziali, soprattutto nelle comunità più povere. Soddisfatti molti attivisti: Joan Mali, presidente di Planned Parenthood (paternità pianificata, associazione che sostiene il controllo delle nascite), ha detto a El Diario, quotidiano ispanoamericano di New York, che "era ora che si facesse qualcosa". Anche il New York Times vi ha dedicato un editoriale. "Fino ad ora i ragazzi potevano ricevere i preservativi gratuitamente a scuola, ma adesso gli insegnanti potranno spiegare loro come utilizzarli", si legge sul più autorevole quotidiano cittadino, schierato al fianco del sindaco in questa battaglia. In realtà più che una novità, si tratta di un ritorno al passato. Già oltre vent'anni fa, nel 1987, era stata inserita l'educazione sessuale nei programmi scolastici, per fermare l'epidemia di Aids. L'opposizione clericale si mobilitò, e riuscì a ottenere una marcia indietro. Ora però i sondaggi offrono più di una garanzia di gradimento: l'81 per cento della popolazione è d'accordo.

Questa volta il nemico da combattere non è l'Aids, ma le gravidanze indesiderate, che colpiscono soprattutto le comunità più povere, quelle ispaniche e afroamericane. Non meraviglia che per arginare il problema, il sindaco abbia deciso di mobilitare la scuola pubblica: il sistema educativo cittadino è il più vasto negli Stati Uniti, con circa 1,1 milioni di alunni divisi in 1.700 scuole. New York seguirà così la scelta di altri 20 stati che prevedono lezioni di questo tenore, anche se in molti casi sono condizionate dalle posizioni religiose: si consiglia agli studenti la semplice l'astinenza, un suggerimento che pochi ascoltano.

Che questa battaglia sia una priorità per il sindaco lo si capisce anche da una lettera inviata ai direttori delle scuole pubbliche da Dennis Walcott, assessore all'Istruzione. Il delegato di Bloomberg è stato molto franco: "Dobbiamo sforzarci affinché le informazioni sessuali arrivino ai ragazzi. Devono imparare a prendere le dovute precauzioni durante le prime esperienze". L'arcidiocesi di New York è contraria e ha sottolineato, in un comunicato stampa, come "questa decisione stia usurpando il ruolo dei genitori, perché permette alle scuole pubbliche di imporre i propri valori ai bambini". Per smorzare le polemiche, il sindaco ha previsto la possibilità delle famiglie di chiedere l'astensione dalle lezioni. Cristina Molina, messicana di 43 anni, approfitterà di questa possibilità: "Voglio essere io a parlare ai miei figli di sesso, perché non so quello che possono dirgli a scuola". Di diverso parere Jazmín Santiago, mamma che vive a East Harlem, centro della comunità ispanoamericana a Manhattan: "Bisognava fare qualcosa, perché le ragazzine a 13 anni spesso sono già incinte. Se non insegniamo loro niente a scuola si informano per conto loro, e magari sbagliando".